martedì 19 settembre 2017

NO ALLE MERENDINE...



 Queste le motivazioni del perché è meglio ed opportuno evitare di mangiare le merendine:
  • Il bambino deve imparare che il cibo viene dalla natura e soprattutto che è una cosa che “si fa con le mani”, non un oggetto che si scarta come un pacchetto di Natale. Ad attirarlo devono essere l’olfatto, il tatto e il gusto, non i colori della confezione o i personaggi visti in tv.
  • Rispetto alla maggior parte delle merende casalinghe, i cibi confezionati hanno più grassi, zuccheri e sale. I bambini che si abituano a questi sapori tendono poi a non apprezzare i sapori più delicati (come una mela da mangiare a morsi).
  • Dal punto di vista del tatto, le merendine puntano sempre sulla stessa sensazione: morbidezza e cremosità (nella merendina intera o nel ripieno). Fateci caso: i cibi morbidi e cremosi sono sempre i più calorici.
  • Le merendine sono una soluzione troppo facile, che non invita né al fare né al pensare; il cibo vero, al contrario, richiede cura (nella scelta, nella preparazione, nel trasporto). Proprio questa cura è un atto d’amore quotidiano che ha grande valore, anche per i bambini. Lo so perché mio figlio, che portava il panino da casa, era invidiatissimo da molti suoi compagni, che invece avevano pacchettini tutti uguali da scartare.
  • La merenda fatta in casa è una scuola di varietà e novità: un semplice panino si può fare in mille modi diversi e permette di scoprire tipi diversi di pane, di marmellata, di formaggi, di salse…
  • Le merendine abituano i sensi ai sapori industriali: quei sapori diventano, nel tempo, il “punto di riferimento” per definire il concetto di “buono”.
  • Nelle merendine non c’è cultura del cibo. Di qualsiasi ingrediente casalingo un genitore può facilmente raccontare la storia (da dove viene, come si produce…), ma certo non si può dire la stessa cosa del cibo industriale.
  • Le merendine costano, non solo in termini di denaro, ma anche in termini ambientali.
  • Le merendine ci prendono un po’ in giro. Quante volte le confezioni inneggiano al contenuto salutistico? Per caso i nostri bambini soffrono tutti di deficit di calcio e vitamine? In questo caso la soluzione va trovata col pediatra, non col supermercato
(Fonte: http://www.babygreen.it)


martedì 25 luglio 2017

STRINGILO FORTE FORTE...

 
 
 
 
L'aria si vizia...

I bambini no

Stringilo

Portatelo addosso

Respiralo a pieni polmoni...
 
Tientelo vicino,
 
 
il Tempo vola
 
(Web)

martedì 11 luglio 2017

GUERRA IN STRADA...


MI PIACEREBBE MOLTO CHE CERTI SORRISI CONTINUASSERO A RISPLENDERE QUI IN TERRA
E BASTEREBBE UN PUGNO DURO
E UN PO' DI SANA E GIUSTA DISCIPLINA...
MA SI SA', SIAMO IN ITALIA,
E DOMANI CHISSA' A CHI TOCCHERA'...
 
 
 
C’entra l’alcol: Maurizio de Giulio, artigiano, 50 anni, di Nichelino, è risultato positivo al test eseguito dai Carabinieri. C’entra la rabbia. Quella che ti mangia il cervello. 
Maurizio de Giulio è recidivo. Un’altra estate, 7 anni fa, dopo aver litigato con la moglie e aver bevuto, era stato arrestato per aver causato un incidente stradale e aver aggredito due vigili e due carabinieri. Alcol e rabbia sono esplosi sabato sera sulla rotonda di Condove, statale della Valsusa. Una moto. Un furgone. Un litigio. Un inseguimento. 
 
Elisa Ferrero non avrá mai più 27 anni. Matteo Penna, anni 29, non ha più una gamba e combatte per restare vivo. Elisa teneva abbracciato il suo ragazzo, sedeva dietro. Forse aveva cercato di calmarlo. Forse aveva paura. Forse si è accorta del rombo del Transit che piombava loro addosso. Forse ha urlato. 
 
Ci sono secondi che durano una vita. Lo sai solo se muori. 
Ma che la strada é una guerra, ecco, io credo che cominciamo a saperlo tutti. 
Ogni giorno, una collana di morti. Per distrazione, per ubriachezza, per eccesso di velocitá. 
 
Ma Condove spaventa forse di più. I giudici diranno se c’è stata intenzione di uccidere. Esiste adesso il reato di omicidio stradale e la giustizia farà il suo corso.  
Ma resta l’angoscia, accanto al pianto per Elisa e Matteo, che tornavano a casa in moto dopo una giornata felice. E non sapevano di essere in guerra. 


mercoledì 21 giugno 2017

IL NEGOZIO DI DIO


 
 
IN UNA BOTTEGA DIETRO IL BANCONE
VEDO UN ANGELO.
MERAVIGLIATO GLI CHIEDO "COSA SI VENDE QUI?"
"TUTTI I DONI DI DIO", MI RISPOSE
"COSTANO MOLTO?"
"NIENTE, E' TUTTO GRATIS !".
MI GUARDO INTORNO INCURIOSITO:
BOTTIGLIE DI FEDE, PACCHETTI DI SPERANZA, CONFEZIONI DI FELICITA'
MI FACCIO CORAGGIO E GLI ORDINO:
"MI DIA, PER FAVORE, MOLTO AMORE,
TUTTO IL PERDONO CHE HA,
UNA BOTTIGLIA DI FEDE,
ABBASTANZA FELICITA'
E LA SALVEZZA PER ME E I MIEI AMICI"
L'ANGELO MI PREPARA
UN PACCHETTINO BEN CONFEZIONATO,
MA COSI' PICCOLO DA STARE NELLA MIA MANOl
"TUTTO QUI?" DOMANDO.
E LUI, SORRIDENDOMI:
"MIO PICCOLO AMICO, IL NEGOZIO DI DIO
NON VENDE FRUTTI, MA SEMI !"
 
(Fonte WEB)

giovedì 27 aprile 2017

IL TRIBUNALE DELLE SPOSE BAMBINE


C'E' FORTUNATAMENTE ANCORA QUALCUNO CHE CONCRETAMENTE SI OCCUPA, COMBATTE E AIUTA 
LE SPOSE BAMBINE NEI MATRIMONI PRECOCI CHE IN MOLTI PAESI SONO ANCORA TROPPO DIFFUSI



Shada Nasser è una professionista yemenita che in qualità di avvocato si oppone alla pratica, molto diffusa, di far sposare bambine di 8-10 anni a uomini molto più anziani, soprattutto nelle aree più povere dello Yemen. A differenza delle sue connazionali, Shada Nasser ha avuto la fortuna di nascere in una famiglia borghese e di avere un padre giornalista, difensore dei diritti umani. Ha studiato all’estero ed è diventata una delle prime donne avvocato del paese, specializzandosi nella difesa dei diritti di donne e bambini.
Shada si batte da sempre affinché i genitori non facciano sposare le figlie in tenera età, ma solo nel 2008 ha avuto la possibilità di fare qualcosa di concreto per fermare questa pratica, perfettamente legale. Come tutte le mattine, Shada Nasser si era recata in tribunale per discutere una causa, quando le hanno detto che che una bambina era arrivata senza essere accompagnata dal padre o da fratelli, chiedendo di poter parlare con un avvocato.
La piccola, che si chiamava Nojoud (con lei nella foto sotto) e che all’epoca aveva solo 10 anni, si mise a piangere e disse a Shada che era disperata: il padre l’aveva costretta, a suon di botte, a sposare con un 30enne che la picchiava e la violentava regolarmente. Nojoud voleva il divorzio a tutti i costi e, piuttosto di tornare a casa, si sarebbe tolta la vita. “Quando parlavo con lei, era come se parlassi a mia figlia”, ha raccontato Shada,“l’ho abbracciata e le ho detto: non avere paura, ti aiuterò e riuscirai ad ottenere il divorzio”.
Sembrava una “causa persa” in partenza, poiché legislazione yemenita vieta ad una bambina di chiedere la separazione dal marito prima dei 15 anni, ma, grazie ai suoi contatti internazionali, Shada ha fatto in modo che il processo di Nojoud fosse seguito da giornalisti stranieri e che il mondo conoscesse il problema delle spose-bambine diffuso in tutti i paesi mediorientali. Il processo si è concluso con l’annullamento del matrimonio, anche se il giudice ha imposto a Nojoud di “risarcire i danni” al marito, quantificati in 200 dollari e raccolti grazie a donazioni.
Da allora, altre spose-bambine hanno cominciato a rivolgersi con fiducia a Shada Nasser. Tra le altre, anche Sally che aveva la stessa età di Nojoud e che ogni sera veniva drogata e violentata dal marito. “Preferisco morire che tornare da lui”, aveva detto Sally piangendo, perché quando ha chiesto aiuto al padre, quest’ultimo non poteva restituire al genero la dote di 1.000 dollari e riscattare la figlia e, quindi, l’ha picchiata a sangue e drogata a sua volta per farla restare col marito.
“Io non lo chiamo matrimonio. Lo chiamo stupro“, ha dichiarato Shada Nasser. “Nello Yemen, la legge sul matrimonio stabilisce che una ragazza non dovrebbe “dormire” con il marito fino a 15 anni. Ma questa legge non viene applicata. E molti giudici hanno forti pregiudizi sulle donne”.
Le spose-bambine che le chiedono aiuto sono in costante aumento, ma la strada è ancora lunga: si tratta di una piaga difficile da estirpare, poiché sono proprio i genitori che vivono nelle aree più povere a combinare i matrimoni delle figlie con uomini molto più anziani, in cambio di denaro che serve a sostenere il resto della famiglia.
Shada Nasser si batte per innalzare ad almeno 18 anni l’età legale per contrarre matrimonio e si impegna affinché, a livello nazionale, l’opinione pubblica non chiuda gli occhi e il dibattito non si fermi. “Il primo caso, il caso di Nojoud, ha cambiato molte cose e migliorato la vita a centinaia di ragazze che vivono nelle campagne. Questi matrimoni precoci derubano le bambine del loro diritto ad avere un’infanzia normale e un’istruzione. Credo profondamente nella professione di avvocato”, ha concluso, “Credo che serva a questo: ad aiutare gli altri”.
 

lunedì 20 marzo 2017

E A LEI CHE DEVO L'AMORE

 
 
 
Lei è l'essenza più dolce
è l'assenza più atroce
quando non è con me

 Lei quando gioca mi ferma
quando piange mi parla
a lei devo l'amore

 Lei primo vero natale
adorata e voluta
primo vero ideale

siamo già pronte per dormire
ninna nanna e…

è a lei che devo l'amore
la mia vita è stata un canto
quante strade che ha il mondo

piccolo o grande che sia
se l'amore è un cielo aperto
non lo devo che a lei
ninna nanna…

 Lei mi ricorda mia madre
nei suoi gesti sinceri
l'espressione e gli umori

 Lei mi accompagna e mi ascolta
a lei piace imitarmi
a lei piace volare

siamo già pronte per partire
ninna nanna e…

è a lei che devo l'amore
la mia vita è stata un canto
quante strade che ha il mondo

piccolo o grande che sia
se l'amore è un cielo aperto
non lo devo che a lei

 Lei senza troppe parole
è un regalo per sempre
dico grazie al mio amore

(Laura Pausini)

mercoledì 22 febbraio 2017

IL DISERTORE...


DOBBIAMO FAR CAPIRE AI GRANDI DELLA TERRA CHE NOI NON VOGLIAMO ASSOLUTAMENTE LA GUERRA,
MA BENSI' STARE BENE ED IN PACE TUTTI INSIEME...

 
 
In piena facoltà
egregio presidente
le scrivo la presente
che spero leggerà.

La cartolina qui
mi dice terra terra
di andare a far la guerra
quest'altro lunedì

Ma io non sono qui
egregio presidente
per ammazzar la gente
più o meno come me

Io non ce l'ho con lei
sia detto per inciso
ma sento che ho deciso
e che diserterò.

Ho avuto solo guai
da quando sono nato
i figli che ho allevato
han pianto insieme a me.

Mia mamma e mio papà
ormai son sotto terra
e a loro della guerra
non gliene fregherà.

Quand'ero in prigionia
qualcuno mi ha rubato
mia moglie e il mio passato
la mia migliore età.

Domani mi alzerò
e chiuderò la porta
sulla stagione morta
e mi incamminerò.

Vivrò di carità
sulle strade di Spagna
di Francia e di Bretagna
e a tutti griderò.

Di non partire più
e di non obbedire
per andare a morire
per non importa chi.

Per cui se servirà
del sangue ad ogni costo
andate a dare il vostro
se vi divertirà.

E dica pure ai suoi
se vengono a cercarmi
che possono spararmi
io armi non ne ho.
 
(di Boris Vian, trad. G. Calabrese) 
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