sabato 10 agosto 2013

BUONE VACANZE...



IL BLOG "VOGLIO VEDERE FELICI TUTTI I BAMBINI"
SI PRENDERA' 3 SETTIMANE DI RELAX.

NON POSTERO' NULLA IN QUESTO PERIODO PERCHE' DEDICHERO' IL MIO TEMPO A QUELLO CHE MI STA PIU' A CUORE:
LA MIA FAMIGLIA

UNA BUONA CONTINUAZIONE A TUTTI VOI


VIOLENZA CONTRO IL DIRITTO ALLO STUDIO





Doppio attentato contro le studentesse dell’università
femminile Sardar Bahadur Khan di Quetta. In Pakistan non si ferma la violenza contro il diritto all’istruzione per le bambine e le ragazze.
Le donne devono restare ignoranti, altrimenti sono pericolose.
Per questo gli attentatori hanno fatto saltare l’autobus che le riaccompagnava a casa dopole lezioni, uccidendone quattordici. Per finire il lavoro, una seconda esplosione ha devastato l’ospedale dove erano ricoverate le ragazze ferite.

Poi un commando armato ha assaltato il centro sanitario. Ci sono volute tre ore di battaglia per liberare il nosocomio e mettere in salvo le decine di ostaggi. 
Ma il bilancio si è aggravato. Altre tre studentesse sono morte e con loro quattro agenti.

Non si ferma la violenza contro le donne nel mondo. Il Pakistan si sta specializzando nella lotta contro le bambine e le ragazze che vogliono studiare. 
L’episodio che ha fatto più rumore sui media fu il caso della quattodicenne Malala Yousafzai, che qualche anno prima aveva scritto sotto pseudonimo un diario online in urdu per la Bbc proprio sui suoi giorni di scuola. “Avevamo paura che ci gettassero addosso l’acido o che ci rapissero - scriveva. Quei barbari erano capaci di qualunque cosa. Perciò evitavamo di indossare la divisa scolastica, portavamo abiti normali per non dare nell’occhio, nascondevamo i libri sotto lo scialle. Oggi solo 11 compagne su 27 sono venute in classe. 
È per colpa dell’editto dei talebani“.

In Pakistan è diventata un punto di riferimento e un motivo di speranza per tante bambine. Non gliel’hanno perdonato. L’hanno aspettata all’uscita di scuola e le hanno sparato alla testa. Malala è sopravvissuta ed è stata
curata in Gran Bretagna. La sua bocca è rimasta un po’ storta, ma Malala continua a sorridere e a studiare. 
Le ragazze dell’università Sardar Bahadur Khan invece non ci sono più. Hanno pagato con la vita la loro voglia 
di riscatto.

Nel 2013 la violenza contro le donne è un nemico ancora da combattere. In Pakistan, ma non solo.

giovedì 8 agosto 2013

VIOLENZA CALCISTICA...



LE PERSONE BUONE E INNOCENTI SI FIDANO E CERCANO DI CONQUISTARE LA FIDUCIA CON LA SOLA SPERANZA DI MIGLIORARE...MENTRE ALTRE SQUALLIDE PERSONE NE NE APPROFITTANO 
DI TUTTO CIO'




Un allenatore di una squadra femminile di calcio della provincia spezzina è stato arrestato oggi dalla procura di Massa Carrara con l'accusa di violenza sessuale nei confronti di una sua calciatrice di 15 anni. Secondo la ricostruzione l'uomo avrebbe approfittato della fiducia conquistata nello spogliatoio per farsi "toccare" o addirittura frequentarsi al di fuori di partite o allenamenti.

MERITO DEL PAPÀ A scoprire la "relazione" forzata è stato il padre della ragazza, della quale non sono state rese note le generalità per evidenti motivi di privacy, che avrebbe riscontrar comportamenti strani da parte figlia, decidendo così di farla seguire. Così la squadra mobile di Massa ha seguito l'uomo e documentato gli incontri con la quindicenne: quando è stata chiarita la giovane età della ragazza, la procura ha disposto l'arresto.

SI INDAGA ANCORA Le indagini non sono ancora concluse: si tratta di capire ancora se l'uomo avesse adescato anche altre minorenni, in particolare nell'ambiente sportivo da lui frequentato. 

(Fonte: Leggo.it)

MALTRATTAMENTI DISUMANI...


UN PO' I PARENTI ASSENTI E UN PO' I CONTROLLI INESISTENTI NON GIUSTIFICANO IL FATTO DI UN CERTO COMPORTAMENTO DISUMANO SEMPRE A DISCAPITO DI PERSONE INDIFESE. 
QUESTE PERSONE NON MERITANO UN LAVORO COSI'... QUI CI VOGLIONO PERSONE CHE CI METTONO AMORE, CUORE E ANIMA.
COME GIA' PIU' VOLTE DETTO, BISOGNA INSTALLARE IMMEDIATAMENTE IN QUESTI ISTITUTI E NEGLI ASILI NIDO LE TELECAMERE


Percossi con schiaffi, strattoni e morsi, derisi, chiusi a chiave nelle stanze: è parte di quanto sarebbero stati costretti a subire gli anziani ricoverati in una casa di riposo per non autosufficienti di Terni, secondo quanto ricostruito dalla guardia di finanza, che ha arrestato quattro persone per maltrattamenti.
Ai domiciliari, in base a un provvedimento emesso dal gip Pierluigi Panariello, sono finiti il gestore della struttura (che si trova nella zona di Campomicciolo), di 73 anni, una cuoca, un'operatrice sanitaria e un'infermiera rispettivamente di 62, 45 e 39 anni. Tutti residenti a Terni. Per altre due operatrici sanitarie, di 38 e 48 anni, è stata disposta la misura cautelare di divieto di avvicinamento ai luoghi abitualmente frequentati dalle persone ricoverate nella stessa struttura e di divieto di comunicare attraverso qualsiasi mezzo con le stesse persone e con i loro parenti.
La casa di riposo è stata sottoposta a sequestro preventivo con affidamento della custodia e gestione all'Usl Umbria 2, con la quale è convenzionata
(Fonte: ansa.it)

mercoledì 7 agosto 2013

MALEDETTA FATALITA'


SI INCOLPANO SEMPRE I GENITORI CHE QUALCHE COLPA LA POSSONO ANCHE AVERE. MA QUANTI DI NOI ADULTI, IMPRUDENTI, SIAMO STATI IN SPIAGGIA CON I NUVOLONI, ADDIRITTURA ANCHE FACENDOSI QUALCHE TUFFO NELLE ONDE ALTE, MOSSE E SCHIUMOSE? FORS DOVEVA ANDARE COSI', MALEDETTA FATALITA'. CONDOGLIANZE ALLA FAMIGLIA E UNA PREGHIERA PER IL PICCOLINO





Stavano giocando a pallone sulla spiaggia, ancora non pioveva, ma il celo era nero. È arrivato senza preavviso il fulmine che ha colpito due cuginetti di 12 e 14 anni in vacanza in un residence a Campomarino di Maruggio, nel tarantino. Il più piccolo è stato folgorato e i lunghi e ripetuti tentativi di rianimarlo da parte del personale del 118 sono serviti: Giovanni Carlucci, di 12 anni, di Acquaviva delle Fonti (Bari), era in vacanza con la famiglia ed è morto per arresto cardiaco davanti agli occhi del papà e degli amici.

Il cuginetto, di due anni più grande, è sopravvissuto. Ha subito una forte scossa ma non sembrerebbe in pericolo di vita: è ricoverato in prognosi riservata nell'ospedale di Manduria. Per entrambi, così come per tutti gli altri bagnanti che si trovavano in quel momento sulla spiaggia, non c'è stato nemmeno il tempo di tentare di mettersi al riparo. Il temporale si è scatenato nel giro di pochi minuti ed è stato devastante.

Giovanni indossava gli occhiali, era affettuosamente soprannominato Harry Potter, e forse è stata proprio la montatura metallica delle lenti ad attirare il fulmine che lo ha ucciso. Il padre, che si trovava sulla spiaggia con i ragazzini lo ha visto morire folgorato a pochi metri da sè è stato colto da un malore e ora anche lui è ricoverato in stato di choc all'ospedale 'Giannuzzì di Manduria, dove si trova anche il cugino 14enne della vittima, scampato alla tragedia.

I soccorsi hanno faticato a raggiungere il luogo della tragedia: non giro di pochi minuti, infatti, sulla zona si è abbattuto un temporale devastante che ha abbattuto alberi e pali lungo le strade. L'ambulanza del 118, per passare, ha dovuto attendere che i vigili del fuoco del comando provinciale di Taranto, liberasse le strade di accesso alla spiaggia. Il fulmine ha ucciso sotto gli occhi di numerosi testimoni. Sul posto sono intervenuti anche carabinieri e polizia.

CUGINETTO FUORI PERICOLO
È fuori pericolo il 14enne di Acquaviva delle Fonti e residente ad Altamura sopravvissuto ieri pomeriggio al fulmine che ha colpito lui e il suo cuginetto di 12 anni che è invece morto per arresto cardiaco. I ragazzini, che stavano trascorrendo le vacanze a Campomarino di Maruggio, stavano giocando a pallone sulla spiaggia, quando si è scatenato un improvviso e violento temporale.

Il 14enne, ricoverato all'ospedale 'Giannuzzì di Manduria, riceve assistenza psicologica e continua a chiedere di vedere il cugino Giovanni Carlucci, colpito in pieno dalla saetta sotto gli occhi del padre e di altri familiari e amici. A nulla sono servite le manovre di rianimazione che gli sono state praticate per 40 minuti dal personale del 118.

La tragedia è avvenuta all'improvviso: il cielo era nero ma ancora non pioveva. Le famiglie dei due ragazzi gestiscono con altri parenti un’attività commerciale ad Altamura e trascorrono abitualmente l'estate in un residence a Campomarino. Il pubblico ministero di turno ha disposto la restituzione della salma per i funerali.

(Fonte: Leggo.it)




lunedì 5 agosto 2013

COMBATTENDO CONTRO LA GIUSTIZIA...


QUESTA E' LA DIMOSTRAZIONE CHE CON L'IMPEGNO, LA COSTANZA, LA SPERANZA, LA VOGLIA DI COMBATTERE...SI POSSONO RAGGIUNGERE QUESTI OTTIMI RISULTATI, A SCAPITO DI COLORO CHE, AFFAMATI DI SOLDI, VOGLIONO SOLAMENTE METTERE IL BASTONE FRA LE RUOTE.
FORZA SOFIA E FAMIGLIA






Riesce ad ingoiare la pappa, a tenere il collo eretto «al 70%», ad aprire la manina quando il papà lo chiede.

E' la piccola Sofia, la bambina fiorentina di tre anni e mezzo affetta da una grave malattia degenerativa e alla quale sono state fatte, ad oggi, tre infusioni di staminali secondo il metodo Stamina di Davide Vannoni che ha annunciato che solo il 1 agosto consegnerà la documentazione. Un mese dopo gli accordi con il ministero della Salute.
I genitori della piccola, Caterina Ceccuti e Guido De Barros, hanno girato due video di 7 e 3 minuti e li hanno postati sulle pagine Facebook.

In uno dei video si vede Sofia mentre deglutisce la pappa che le viene data con un cucchiaino dalla sua logopedista:
«A fine febbraio - afferma l'esperta - la bimba non aveva alcuna attiviità. Era ipersensibile, bastava tocacrla e aveva delle espressioni di dolore, non apriva la bocca e non aveva innesto deglutitorio. Ora invece c'è deglutizione, seppur con varie difficoltà legate alla presenza di un sondino che le è stato applicato».

Secondo la logopedista «i muscoli laterali del collo sono attivi mentre a fine febbraio Sofia non aveva alcuna attività. Ora la piccola riesce anche a sputare, ha il movimento della lingua in avanti e ha il riflesso della tosse».

Commenta il papà della bimba: «Stiamo recuperando un po' di terreno alla malattia».

(Fonte: Leggo.it)


sabato 3 agosto 2013

PRIMO CASO DI PET-THERAPY


FORTUNATAMENTE I MEDICI HANNO PROVATO, 
CON TUTTE LE PRECAUZIONI DI IGIENE, ANCHE QUESTO AIUTO PER VEDERE IL SUO FUNZIONAMENTO NEL GUARIRE UNA BAMBINA...
ED IL RISULTATO E' STATO OTTIMALE

GLI ANUMALI HANNO QUALCOSA IN PIU' E I BAMBINI MENO SFORTUNATI, D'ORA IN POI LO SANNO



Portos, un cucciolo di cane, ha aiutato la sua padroncina, una bimba di 10 anni ricoverata nella Terapia intensiva pediatrica (Tip) del policlinico universitario Gemelli di Roma, a guarire da uno stato depressivo profondo sviluppato per la sua condizione di salute durante la degenza nel reparto intensivo. Un incontro al giorno col suo amico a quattro zampe l'ha aiutata a ritrovare il sorriso e le forze per reagire alla sua malattia e sconfiggerla. Ora la bimba è tornata a casa guarita. Si tratta del primo caso di pet-therapy in terapia intensiva pediatrica nel Lazio e tra le prime esperienze di questo tipo conosciute in Italia.

E' il lieto fine è stato possibile anche grazie all'idea dell'equipe medica diretta dal professor Giorgio Conti dove è stato attivato con successo un programma di pet-therapy in una bambina affetta da mielite postinfettiva (una reazione del midollo spinale molto rara) e per questo da una forma temporanea di tetraplegia. La piccola paziente aveva sviluppato uno stato di profonda depressione post-traumatica e l'equipe multidisciplinare di rianimatori pediatrici, neuropsichiatri infantili ed ematologi del Gemelli, d'accordo con la famiglia, ha condiviso l'idea che il gioco con il suo piccolo cucciolo di cane potesse essere di grande giovamento sia per il suo umore, sia per la guarigione che richiedeva l'impegno nella fisioterapia. 

''La bambina era tristissima, non riusciva a dormire - racconta il professor Conti - Abbiamo cercato di farla reagire facendo entrare in Tip Portos, un cucciolo di Golden retriever che faceva parte della famiglia. Abbiamo organizzato, con il permesso della Direzione sanitaria e rispettando scrupolosamente il protocollo di trattamento integrato con la pet-therapy, un incontro di un'ora con il cane tutti i giorni per due settimane, dopo la seduta di fisioterapia. La bimba, che si era chiusa in un mutismo acinetico e non riusciva a essere molto collaborativa in fisioterapia, ha subito reagito, già al primo incontro: è stato possibile staccarla dal ventilatore meccanico e iniziare a fare sessioni di fisioterapia più intensa". ''I genitori hanno accettato con entusiasmo la nostra idea - continua Conti - oggi la bambina è guarita e ha lasciato l'ospedale''


(Fonte: http://roma.repubblica.it) 


venerdì 2 agosto 2013

TENTATA UCCISIONE AL PADRE...


NON SAREBBE PIU’ OPPORTUNO CAPIRE I SACRIFICI CHE FA UN GENITORE E RINGRAZIARLO PER TUTTO QUELLO CHE FA?




Ha tentato di uccidere il padre con un coltellino a serramanico perché "voleva capire cosa si prova a uccidere un uomo". Bamboo Flute Blanchard, un 18enne di Gainesville, in Florida, è stato arrestato martedì con l'accusa di tentato omicidio.
Il giovane era in casa con il padre 54enne. Ha prima rivolto il coltellino contro di sè, ma poi gli è mancato il coraggio e ha raggiunto l'uomo, che stava guardando la tv sdraiato nella sua camera da letto, e l'ha accoltellato al petto. Inizialmente il padre, come ha raccontato alle autorità, non aveva capito di essere stato accoltellato e pensava di aver ricevuto solo un pugno dal figlio, ma si è poi reso conto di sanguinare.

Interrogato dagli investigatori, Bamboo Flute non ha rilasciato dichiarazioni eccetto la giustificazione: "Volevo capire cosa si prova ad uccidere un uomo".

(Fonte: Leggo.it)

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