giovedì 31 ottobre 2013

NON ME LO SO SPIEGARE...


 
MI CHIEDO QUALE BESTIA 
SIA CAPACE DI UN ATTO SIMILE...




Ha infatti avuto successo l'intervento di ricostruzione degli occhi a cui è stato sottoposto in un ospedale specializzato di Shenzhen. Un medico di Hong Kong che ha fatto parte del team che ha condotto la complessa operazione, durata quasi cinque ore, ha spiegato che le protesi personalizzate preparate per Guo riempiono circa il 70% della cavità oculare e che in seguito, quando le ferite saranno completamente guarite, si potranno impiantare delle conchiglie oculari per il restante 30% anche per dare agli occhi un aspetto più naturale. Grazie a questi interventi il bambino riacquisterà gli occhi a livello estetico ma non potrà riacquistare la vista. Per questo motivo verrà in seguito sottoposto a delle sedute di riabilitazione per imparare a muoversi in maniera indipendente pur essendo cieco. Secondo i medici il piccolo Guo avrà bisogno di circa sei settimane per riprendersi. Il costo dell'intervento e delle protesi è di circa 300.000 dollari di Hong Kong (circa 30.000 euro) e sarà interamente pagato dall'ospedale.​  

(Fonte: Leggo.it)

mercoledì 30 ottobre 2013

FACCIAMO TUTTI LA NOSTRA PICCOLA PARTE...


NOI DEL MONDO RICCO DOVREMMO 
FARE LA NOSTRA PARTE. 
DOVREMMO INVESTIRE RISORSE PER AIUTI E TRASFERIMENTI DI TECNOLOGIA, DOVREMMO CESSARE DI ACCAPARRARE TERRE E RISORSE 
(IL LANDGRABBING) COME ASSICURAZIONE PER IL FUTURO, DOVREMMO SMETTERE DI UTILIZZARE I TERRENI AGRICOLI PER PRODURRE BIOCARBURANTI (CHE SIGNIFICA SEMPLICEMENTE ALIMENTARE AUTO E NON PERSONE) E DOVREMMO SPRECARE MOLTO MA MOLTO MENO (1/3 DELLA PRODUZIONE TOTALE DI CIBO DESTINATO AL CONSUMO UMANO 
FINISCE IN DISCARICA)


La fame, la malnutrizione è uno scandalo, un oltraggio alla nostra umanità. E la cosa più insopportabile è dover accettare che ancora oggi ci siano ben 842 milioni di persone che soffrono la fame, sapendo che l’abolizione di questo scandalo è assolutamente alla portata dell’umanità. Nonostante la crescita della popolazione, ancora vertiginosa; nonostante le guerre che ancora insanguinano la terra; nonostante l’infragilimento dell’ecosistema e della sua biodiversità, e il profilarsi all’orizzonte dei pericoli del cambiamento climatico. Se solo volessimo risolvere questo problema con la stessa determinazione collettiva mostrata (ad esempio) nella lotta contro l’assottigliamento dello strato di ozono nell’atmosfera. 
Proviamo a ragionare sulla base dei numeri. Useremo quelli dello «Stato dell’insicurezza alimentare nel mondo 2013», il rapporto delle agenzie alimentari delle Nazioni Unite (Fao, Ifad, Wfp) pubblicato in occasione della recente Giornata mondiale dell’alimentazione. Nel periodo 1990-1992, quando su questo pianeta eravamo 5,3 miliardi, le persone affamate (interessate da una condizione di quasi totale assenza di cibo quotidiano, o che non hanno abbastanza cibo per condurre una vita sana e attiva) erano 1.015 milioni, il 19% dell’umanità. Nel 2000-2002 erano scese a 957 milioni (il 15% dei 6,4 miliardi di allora). Nel 2008-2010 erano diventati 878 milioni (il 13% di 6,7 miliardi). Secondo i dati più recenti, relativi al periodo 2010-2013, sono diminuiti a quota 842 milioni, il 12% degli oltre 7 miliardi di persone che vivono sulla Terra.  
È tanto. Tantissimo. Troppo. Eppure è anche la dimostrazione che anche se la crescita della popolazione non è ancora sotto controllo, anche se l’azione di contrasto alla fame e gli aiuti dei paesi più ricchi a quelli più poveri sono del tutto inadeguati, la guerra alla fame non è una guerra contro i mulini a vento. L’Obiettivo del Millennio fissato nel 1990 da una distratta comunità internazionale prevedeva di dimezzare la percentuale di affamati entro il 2015: probabilmente ce la faremo, dice il Rapporto. E già 22 paesi su 62 l’anno scorso hanno raggiunto l’altro (più ambizioso) obiettivo, stabilito nel ’96, di dimezzare entro il 2015 gli affamati in cifra assoluta.  
Tre, fondamentalmente, le ragioni del miglioramento della situazione. Primo, lo sviluppo impetuoso di ampie Regioni del pianeta, che ha accresciuto i redditi e aumentato la produttività agricola. Secondo, la massiccia emigrazione dai paesi poveri verso la parte ricca del pianeta: le rimesse dei migranti migliorano in modo assolutamente incomparabile le condizioni di vita di chi resta. Terzo, la vera e propria rivoluzione introdotta da Lula in Brasile, e poi imitata in molti altri paesi: politiche di redistribuzione e di sostegno monetario del reddito a favore dei più poveri. Strumenti diretti e immediatamente efficaci.  
Asia Orientale, Sudest Asiatico ed America Latina, lo si può dire, sono ormai fuori dall’incubo fame. La situazione resta tesa nel subcontinente indiano e in Africa Settentrionale, ma più o meno risolvibile. Il centro del dramma resta sempre l’Africa sub-sahariana. Se in altri paesi africani venissero attuate (lo ha fatto il Ghana con successo) le politiche mirate di sostegno a poveri e piccoli agricoltori, i risultati arriverebbero certamente. 

(Fonte: Lastampa.it)

martedì 29 ottobre 2013

UNA SCULACCIATA, A VOLTE, FA BENE.


OGGI GIORNO SEMBRA CHE SI ESAGERI UN PO’ 
E SI FA SPACCIARE UNA SCULACCIATA 
COME AD UN MASSACRO…
CHIEDETE AI VOSTRI GENITORI O NONNI QUANTE SCULACCIATE O ALTRO HANNO PRESO E MERITATO, CHE POI CON L’AVANZARE DELL’ETA’, CAPIVANO EFFETTIVAMENTE CHE SE LE MERITAVANO E NESSUNO E RIPETO NESSUNO HA MAI SUBITO UN TRAUMA PSICOLOGICO O ALTRO…
C’ERA PIU’ SERIETA E DISCIPLINA, QUELLO CHE MANCA AI GIORNI NOSTRI, E I RISULTATI SI VEDONO.



Un'effetto devastante sulla mente dei vostri bambini. Ecco il risultato della più antica 'punizione': la sculacciata.
La notizia arriva direttamente dai ricercatori della Columbia University di New York: la sculacciata spingerebbe i bambini ad avere un comportamento violento.  I dati dicono che il 57% di madri e il 40% dei padri ha punito con una sculacciata i figli a 3 anni di età: lo studio ha evidenziato che questo metodo punitivo non serve a niente, se non ad incrementare un comportamento più aggressivo rispetto al normale

(Fonte: Leggo.it)

lunedì 28 ottobre 2013

VIOLENZA NOTTURNA...



NON CI SONO PAROLE CHE POSSANO ALLEVIARE UN DOLORE IMMENSO PER QUESTI PICCOLI ANGELI, VITTIME ORMAI QUOTIDIANAMENTE 
DELLA FEROCIA INAUDITA DI ORCHI CON 
ANIME NERE TRAVESTITI DA ESSERI UMANI




È ricoverata in ospedale in gravi condizioni una bambina di due anni, sequestrata e violentata ieri a Ludhiana, città dello Stato settentrionale indiano del Punjab. Lo riferisce oggi Ndtv. Secondo l'emittente due persone, che sono state arrestate, si sono furtivamente introdotte di notte nella casa della piccola mentre dormiva con i genitori in una baraccopoli della città. Dopo aver usato violenza su di lei, i due sono fuggiti abbandonandola sanguinante sul ciglio di una strada.

(Fonte: Leggo.it)

sabato 26 ottobre 2013

MORIRE PER FACEBOOK....


MI PARE CHE ULTIMAMENTE STIAMO USCENDO FUORI DA OGNI LOGICA; E' MAI POSSIBILE CHE UN GIOVANE SI UCCIDA PER QUESTI SOCIAL NETWORK?
DOBBIAMO RICORDARE CHE QUI DEV'ESSERE UN PASSATEMPO E NON UN OSSESSIONE E CHE LA VITA E' FUORI DA QUESTI SCHERMI VIRTUALI...
INCULCHIAMOLO A TUTTI, ALTRIMENTI CREEREMO UNA SOCIETA' SENZA VALORI



Papà e mamma le proibiscono di usare Facebook. Lei, a 17 anni, si toglie la vita impiccandosi nella sua cameretta. 
La ragazza di 17 anni si è suicidata nell'India centrale: lo riferisce oggi il Times of India citando fonti della polizia. L'adolescente, di nome Aishwarya S. Dahiwal e residente a Parbhani (Maharashtra), aveva avuto un'accesa discussione alcuni giorni fa con il padre che l'aveva sorpresa a «chattare» sul computer con degli amici.Dopo il litigio, si è chiusa in camera e si è impiccata al ventilatore del soffitto. Ha lasciato un biglietto in cui spiegava i motivi del suo tragico gesto, accusando i genitori di impedirle di accedere al popolare programma.«Non posso stare in una casa dove non posso accedere a internet - ha scritto - perché non posso vivere senza Facebook». Secondo la polizia, i genitori avevano paura che la figlia facesse «brutte esperienze» online e quindi le avevano vietato di accedere alla rete.«Volevo soltanto che si concentrasse sullo studio» ha detto ai giornalisti il padre Sunil Dahiwal sotto completo shock per la tragedia. In India ci sono oltre 80 milioni di utenti di social network e Facebook è il più usato soprattutto dai giovani delle metropoli

(Fonte: Leggo.it)

giovedì 24 ottobre 2013

SEMPRE PIU' BAMBINI UBRIACHI...


UN BAMBINO UBRIACO E’ UN CAMPANELLO DI ALLARME PER LA SOCIETA’: SIGNIFICA CHE L’EDIFICIO SOCIALE E’, AL MENO IN PARTE, MARCIO NELLE FONDAMENTE. PERCHE’ UN BAMBINO CHE BEVE O SI DROGA VUOL DIRE UNA FAMIGLIA DISINTEGRATA


Lo scorso anno in Gran Bretagna sono finiti al pronto soccorso ubriachi 293 bambini di 11 anni o più piccoli, un terzo in più rispetto al 2011. E sono aumentati, rispetto all’anno scorso, anche i piccoli finiti all’ospedale a causa dell’assunzione di droghe. Più 14 per cento rispetto allo scorso anno, in tutto 145. Il record negativo spetta alla Scozie a al Sud del Galles. 
 Sono cifre ottenute dalla Bbc Radio 5 Live che li ha ottenuti appellandosi alla legge sulla libertà di informazione. Impressionanti anche le cifre degli adolescenti: lo scorso anno oltre 6500 con meno di diciotto anni sono finiti al pronto soccorso per una dose eccessiva di alcol. Ogni anno 20 mila bambini si rivolgono al sistema sanitario nazionale per affrontare problemi di dipendenza da sostanze, un terzo di questi hanno problemi con l’alcol. 
 Morten Draegebo, consulente di medicina di emergenza al Cross House Hospital in Kilmarnock ha detto alla radio della Bbc: «Il tipico paziente lo si trova in un campo. Spesso si nascondono agli occhi degli adulti e bisogna andarli a prendere in ambulanza». 
Negli ultimi cinque anni gli ospedali hanno dovuto trattare 48 mila incidenti in cui erano protagonisti bambini che avevano fatto uso di droga oppure di alcol. Sorprendentemente, nei ricoveri le femmine battono i maschi.

(Fonte: Lastampa.it)

mercoledì 23 ottobre 2013

BAMBINA AZZANNATA...


PURTROPPO MOLTO SPESSO MI CAPITA DI VEDERE CANI SCIOLTI ANCHE NEI GIARDINI FREQUENTATI DAI BAMBINI E PADRONI SEMPRE MOLTO LONTANI. ANCHE SE I CONTROLLO DOVREBBERO ESSERE MAGGIORI (MA NO CI SONO), E NON TUTTI I CANI SONO AGGRESSIVI, COME SEMPRE DOVREBBE PREVALERE IL BUON SENSO.



Una bambina di un anno e mezzo azzannata da un pitbull che gironzolava libero, senza museruola né guinzaglio, insieme a un altro cane della stessa razza. Fortunatamente l’animale ha morso la bambina ad una gamba e, stavolta, l’ennesima tragedia è stata solo sfiorata.
E’ successo domenica intorno alle ore 13.30 a Ponte di Nona, in via Caltagirone, nei pressi di un’area verde. La bambina stava camminando sul marciapiede insieme al padre (un uomo di nazionalità marocchina di 38 anni) quando - stando al racconto del genitore della bambina - uno dei pitbull ha puntato dritto alla piccola e le si è avventato contro, evidentemente scambiandola per una preda. Prontamente il padre ha difeso col suo corpo la figlia, buttandosi a terra. A quel punto il pitbull si è bloccato. Nel frattempo, è arrivata la proprietaria dei cani che li ha chiamati a sé allontanandosi poi di fretta, senza nemmeno scusarsi né verificare quanto accaduto. E’ stato però allertato il 118 ed i due feriti sono finiti all'Umberto I per essere medicati. La bimba, soccorsa in codice giallo, ha avuto 10 giorni di prognosi. Il padre 7 giorni per delle escoriazioni ai gomiti provocato dallo sfregamento delle braccia sull’asfalto. Sono stati quindi chiamati i carabinieri di Settecamini, che hanno immediatamente fatto partire le indagini.
La proprietaria (una donna di 48 anni, romana) abita in zona ed è conosciuta dai residenti. I carabinieri così si sono appostati nei pressi dell’area verde e in meno di 24 ore sono riusciti a rintracciarla: la 48enne si trovava insieme ai due pitbull e - anche stavolta - i cani giravano liberi senza museruola né guinzaglio. Fermata per l’identificazione, la donna ha candidamente detto ai militari che i suoi cani sono sempre stati buoni e, per questo motivo, non li teneva al guinzaglio.
Quando le è stata contestata l’aggressione del giorno prima, è caduta dalle nuvole. A quel punto il padre della piccola è stato invitato a recarsi in caserma per il riconoscimento e ha confermato. La donna è stata quindi denunciata a piede libero per custodia e malgoverno di animali, nonché ammonita a rispettare la legge che prescrive obbligo di museruola, oltre che di guinzaglio, per i molossi.
Il papà della bambina ha sporto querela per lesioni. La procura potrebbe anche decidere di constestare alla donna il reato di omissione di soccorso, nonostante i feriti non fossero in pericolo di vita


(Fonte: Leggo.it)

martedì 22 ottobre 2013

ECCO COSA VOGLIONO I BAMBINI


I BAMBINI VOGLIONO UNA FAMIGLIA 
CHE GLI ACCETTA, VOGLIONO UNA CASA 
E TANTO TANTO AMORE
PERCHE' FINO AD ORA NON HANNO 
MAI RICEVUTO AFFETTO,
CHIEDONO TROPPO?





L’appello, accorato e sincero, è giunto di fronte alla platea di fedeli della St. Mark Baptirst Church, chiesa battista di St. Petersurg, in Florida: “Desidero una famiglia che mi ami per sempre”. A rivolgerlo è stato Davion Navar Henry Only, un ragazzo di 15 anni che ha vissuto tutta la sua vita tra orfanatrofi e case famiglia, in attesa di essere adottato. Una speranza vana, almeno sino ad oggi, tanto da spingerlo a prendere la situazione in mano e agire per conto proprio. “Accetterò chiunque, - ha detto Davion nel corso di una recente funzione domenicale - giovane o anziano, mamma o papà, bianco, nero o viola, non mi interessa nulla di tutto ciò. Dimostrerò tutto il mio apprezzamento e darò il massimo di me”

Un sermone fuori programma che ha polarizzato l’attenzione di tutti gli Stati Uniti, tanto che il pastore è stato tempestato di telefonate, ed online è stato allestito un sito per avere informazioni più precise , mentre il ragazzo è stato invitato dalla Abc. “Se potete, prendetemi con voi e datemi tutto l’affetto e l’amore per il resto della vita - ha ribadito ai microfoni del network televisivo americano - Io prego e spero ancora”. Lo scorso giugno, determinato a ritrovare la sua famiglia originaria, Davion si è recato in una biblioteca con una copia del certificato di nascita in mano, per cercare il nome della madre naturale negli archivi online. Ha così scoperto di essere nato mentre la mamma era in prigione, alle sue spalle un passato legato agli stupefacenti e a condanne per furti e rapine. Ancor peggio, ha scoperto che la donna era morta, fra l’altro solo alcune settimane prima.  

Il mondo gli è crollato addosso, e lui si è messo a piangere davanti allo schermo del computer. Istanti terribili, ma poi decide di farsi forza: “Mi sono reso conto che quanto accaduto mi deve spingere a cercare equilibrio e successo nella vita, non devo prendere derive pericolose”, ha spiegato Davion, il quale è convinto che per raggiungere questi obiettivi occorra una famiglia. “Non voglio usare il mio passato come una scusa, ma come una motivazione - prosegue - voglio che la gente sappia quanto sia difficile essere orfano e vivere in strutture come quelle dove ho trascorso tutta la mia vita, a volte è una realtà che non si conosce”. Una realtà che vede protagonisti 399.548 bambini americani, ospiti di orfanotrofi e case famiglia, e con una età media di nove anni. Il ragazzo ha un sogno nel cassetto, proseguire gli studi e praticare tanto sport, oltre ovviamente ad avere la sua famiglia. “Mi aiuterebbe ad aver più coraggio ed essere più brillanti, in generale a farmi sentire meglio”, assicura il ragazzo spiegando che in fondo vuole solo ciò che gli altri coetanei fortunati hanno, ovvero “delle persone che mi vogliano bene per quello che sono, che mi stringano tra le loro braccia, mi tengano a casa, e che mi amino comunque”. 

(Fonte: Lastampa.it)

lunedì 21 ottobre 2013

UN CEFFONE OGNI TANTO, FA BENE.


ANCHE SE I TEMPI SONO CAMBIATI ED ANCHE I GENITORI SONO MOLTO PIU' MANSUETI NEI CONFRONTI DEI PROPRI FIGLI, L'EDUCAZIONE PERO' COMPORTA DEI RISCHI, E QUALCHE PACCA SUL SEDERE SERVE A FARGLI CAPIRE UN CERTO COMPORTAMENTE CHE NON DEV'ESSERE FATTO...
SE NON DIAMO LORO UNA CERTA RIGIDITA' E LI ACCONTENTIAMO SU TUTTO, MOLTO PRESO CI METTERANNO I PIEDI IN TESTA; I NOSTRI GENITORI, IN FONTO, SONO CRESCIUTI MOLTO BENE NONOSTANTE A DURA E TROPPA RIGIDITA'



Una sberla di troppo al bimbo di 6 anni, e scatta la condanna per il papà. La pena? Un mese. Il figlio di sei anni non voleva leggere e così è partito uno schiaffo del padre: un gesto che è costato all'uomo una condanna a un mese, pena sospesa, per abuso dei mezzi di correzione. Ad accorgersi dell'accaduto, qualche anno fa, è stata la moglie - oggi diventata ex - per la quale il tribunale di Arezzo ha previsto anche un risarcimento. L'episodio risale al 2009 nella Valdichiana aretina ed è stato rievocato oggi in tribunale ad Arezzo davanti al giudice Manuela Accurso Tagano. A sostenere l'accusa in aula il pm Bernardo Albergotti. Stando a quanto ricostruito durante il dibattimento, la madre del piccolo, rientrata a casa dal lavoro, aveva notato il segno di uno schiaffo nella guancia arrossata del piccolo. A quel punto avrebbe chiesto al padre di spiegare il perchè e lui si sarebbe giustificato dicendo che il bambino non voleva leggere. In casa ci sarebbe stato anche il figlio più grande dell'uomo, avuto da un precedente matrimonio. A quel punto è stato richiesto l'intervento dei carabinieri ed è scattata la denuncia. Il bambino, in conseguenza di quanto accaduto, non è andato a scuola per alcuni giorni. L'uomo è stato giudicato colpevole e condannato a un mese e a risarcire la parte civile rappresentata dalla ex moglie: la coppia, nel frattempo, si è separata due anni dopo l'episodio dello schiaffo.

(Fonte: Leggo.it)

domenica 20 ottobre 2013

TIRO AL BERSAGLIO AL FETO...


CON QUALE CORAGGIO SI RIESCE AD UCCIDERE LA BELLEZZA DEL NOSTRO FUTURO? LA RAZZA UMANA DEVE SOLO VERGOGNARSI DI QUESTI BRUTALI ATTEGGIAMENTI...





La terribile immagine che vedete è la radiografia di una donna incinta il cui feto è stato centrato alla testa da un cecchino in Siria.   L'immagine è stata diffusa dal Mail Online che ha raccolto il racconto di un medico, il dottor Nott , un chirurgo vascolare al Chelsea and Westminster Hospital di Londra, che è stato in Siria per prestare aiuto alle persone vittime degli scontri di guerra.  Secondo il racconto del medico, i cecchini per "allenarsi" prendono di mira indifese donne incinte che passano per strada: se riescono ad uccidere il bimbo che portano in grembo vengono premiati con pacchetti di sigarette: «Ho visto con orrore molte donne in questo stato. I cecchini prendono di mira quelle in stato più avanzato di gravidanza. Generalmente riusciamo a salvare le mamme che sopravvivono nella disperazione» 

(Fonte: Leggo.it)

venerdì 18 ottobre 2013

VENDONO LA FIGLIA PER UN IPHONE...



PER MOLTI E' MOLTO PIU' IMPORTANTE
DESIDERARE UN OGGETTO PER RESTARE
AL PASSO CON I TEMPI, CHE AMARE 
LA PROPRIA FIGLIA...
QUESTA TECNOLOGIA CI STA SEMPRE PIU' ALLONTANTNDO DAI VERI RAPPORTI UMANI




Il desiderio di apparire o la smania del nuovo, qualunque sia il motivo rimane moralmente molto discutibile l'operato di due genitori cinesi. Hanno venduto la loro bambina per comprare un iPhone. È accaduto in Cina, dove una giovane coppia è stata accusata di traffico di esseri umani per aver dato in adozione la propria figlioletta in cambio di soldi. Secondo quanto riferisce 'Quotidien de la libèration, la coppia, nella trattativa avvenuta su internet, chiedeva un corrispettivo in denaro di circa 30.000 yuan (3.600 euro). Tuttavia, l'importo conclusivo della vendita non è stato reso pubblico.  Con il denaro ricevuto, i due giovani ha potuto fare diversi acquisti, tra cui un iphone, scarpe di lusso e altri oggetti. La coppia si sarebbe giustificata, affermando di aver agito per garantire alla bimba un futuro migliore. Il traffico di donne e bambini è ancora molto diffuso in Cina a causa della politica restrittiva del figlio unico e dello squilibrio demografico tra i sessi.

(Fonte: Leggo.it)

giovedì 17 ottobre 2013

MULTA AI BAMBINI CHE GIOCANO A PALLA...



QUASI TUTTI I GENITORI EDUCANO I PROPRI FIGLI ALLA LEGALITA', SPIEGANDO LORO CHE LE LEGGI SONO GIUSTE, MA POI CI TROVIAMO DI FRONTE A QUESTE ASSURDITA' E AL NON SENSO CHE POI I BAMBINI RESTANO MOLTO CONFUSI E NON RIESCONO A CAPIRE QUAL'E' LA VERITA'...



Ci sono momenti nei quali anche di fronte alla più eclatante castroneria è difficile, se non impossibile, tornare indietro. È accaduto ieri mattina a due vigili urbani in servizio nei giardini Cavour. I due hanno scelto di cedere alla burbanzosa minaccia di venire denunciati da alcuni proprietari di cani sorpresi con le loro bestiole senza museruola e guinzaglio, se non avessero applicato la stessa severità a un gruppo di alunni della vicina «Tommaseo» impegnati nell’altrettanto vietatissimo gioco della palla: «Avete multato noi, ora dovete multare anche loro. Altrimenti chiamiamo i carabinieri». Gli sventurati, evidentemente sprovvisti del manzoniano coraggio, hanno ceduto.  
Risultato: cento euro di multa alla sbalordita maestra Sabbatino della terza D e imbarazzo nella caserma di via Giolitti dove sono acquartierati i due vigili e su su fino al comando di via Bologna dove, è certo, un altrettanto costernato comandante Gregnanini si starà scervellando per uscire dall’imbarazzante cul de sac in cui l’hanno inopinatamente infilato i suoi uomini. Perché una multa è una multa e non c’è buonsenso che valga per cancellarla legittimamente. Oltretutto, gli scatenati, si fa per dire, bambini della terza D - una ventina e tutti tra i 7 e gli 8 anni - neanche utilizzavano uno di quei bei palloni di cuoio che se ti beccano bene di mandano lungo e disteso. Ma una soffice palla-schiuma che già dal nome incute tenerezza. Dunque, verso le 11, i bambini, che s’erano comportati particolarmente bene in aula, sono comparsi nei giardini perché premiati dalla maestra con un’uscita fuori programma: «Una cosa normale - spiega la dirigente Lorenza Patriarca, 50 anni, da 10 alla Tommaseo e da 20 nella scuola - perché quei giardini li consideriamo il nostro cortile da sempre. Ci vanno tutte le classi nell’intervallo, tranne i primini». 
La «Tommaseo», storica Elementare che ospita 450 bambini divisi in venti classi, 15 delle quali a tempo pieno, il cui retro, da cui sono usciti ieri i bambini, è conosciuto ovunque perché è l’esterno del Liceo Caravaggio nella fiction tv «Fuori classe» con Luciana Litizzetto protagonista, è infatti povera di cortili. È vero, nei giardini Cavour, storica testimonianza della Torino sabauda, è vietato tutto: giocare a palla, correre in bici, portare i cani non al guinzaglio e via a vietare. Ma tutti giocano, corrono e abbaiano. E vanno in bici, visto che c’è pure una stazione del bike-sharing. Ieri, i vigili sono arrivati determinati a risolvere il problema-cani, il più molesto, pare. Ma non hanno fatto i conti con i padroni che hanno minacciato di chiamare i carabinieri e di accusarli di omissioni d’atti d’ufficio se avessero ignorato i fuorilegge in brachette corte che correvano e giocavano lì vicino. «Ma sono bambini... come si fa?». «Allora multate la maestra: è lei la responsabile». Imbarazzati, i due vigili hanno compilato il verbale e con la Sabbatino sono andati nell’ufficio della dirigente Patriarca. «Erano imbarazzati - racconta -. Non abbiamo contestato la legittimità dell’infrazione perchè il divieto c’è, anche se per scoprirlo siamo dovuti andare a leggerlo, e per la prima volta, su un totem verde che avevamo sempre ignorato. I giardini vent’anni fa erano pieni di tossicodipendenti e spacciatori, poi grazie alle scolaresche, alle mamme e alle famiglie che li hanno riempiti di vita sono diventati belli e sicuri. Mi chiedo però che messaggio passi ai bambini: noi li educhiamo alla legalità, spieghiamo loro che le leggi sono cose giuste, qui invece si trovano di fronte all’assurdità e al non senso. Non c’è stato niente da fare, non potevano più tornare indietro. Ricorreremo»

(Fonte: Lastampa.it)

mercoledì 16 ottobre 2013

UN CEFFONE ALL'ALLIEVO...


SE UNA PERSONA DECIDE D FARE LA MAESTRA, 
ANCHE SE SUPPLENTE, E HA DIFFICOLTA’ A GESTIRE 24 BAMBINI (E CHIUNQUE SA’ CHE I BAMBINI,
E MENO MALE CHE SIANO COSI’, SONO ULTRAVIVACI…) NON DEVE SFOGARE
LA PROPRIA RABBIA SU CHI NON C'ENTRA NULLA 
CON I PROPRI PROBLEMI,
AL MASSIMO POBREBBE SCARICARLA SU CHI L'HA MESSA IN QUELLA CONDIZIONE...
MA MAI SU DEI BAMBINI INNOCENTI !!!


Tommy ha sei anni e da dieci giorni dorme con una mano appoggiata sulla guancia. Come per difendersi. Per nascondere lo schiaffo che lui e i suoi compagni di scuola dicono sia partito dalla maestra. Un episodio ancora da chiarire, che la stessa insegnante ha prima ammesso e poi smentito in una relazione invitata ieri mattina alla preside. Di certo c’è una famiglia furibonda, lei italiana e lui senegalese, che parla apertamente di gesti di razzismo. E c’è una denuncia «per abuso dei mezzi di correzione» presentata dalla coppia, che rientrando dall’ennesimo confronto in direzione si è trovata davanti a casa il marito della docente, intento a farsi un’idea di dove abitassero. 
Sono le 16 di giovedì 3 ottobre. Tommy è in fila con gli altri compagni della scuola elementare di Carmagnola. Frequenta l’istituto da tre settimane. E’ vivace. Ride e scherza con i suoi nuovi amici. Sembra che il più vicino gli faccia il solletico. Lui si scansa, urta un altro con lo zaino e quasi lo fa cadere. La maestra, supplente di 53 anni, lo invita a ritornare al suo posto. Lo fa in maniera energica e, a sentire i bambini presenti, parte un sonoro ceffone. E’ uno di loro ad avvisare il padre di Tommy. Lui va dritto dalla donna per chiedere spiegazioni. Si sente rispondere che non è successo niente. Che il ragazzo è bravissimo. Ma quando sale in macchina, l’uomo vede le cinque dita stampate sulla guancia. «Mi brucia ancora», dice Tommy tra le lacrime.  
L’uomo torna dall’insegnante. Le dice di non farlo mai più. La replica arriva la mattina dopo davanti al dirigente scolastico, il suo vice ed entrambi i genitori. «E’ stato un momento di rabbia. Non è facile gestire 24 bambini tutti insieme» si sfoga la docente, che non si scusa. Volano parole grosse. La madre del piccolo insulta l’insegnante. «Ero accecata dalla rabbia - racconta - Come si fa a picchiare un bambino per così poco? E perché, tra tutti quelli che si stavano agitando, è stato preso di mira proprio lui? Se un docente non regge la pressione, allora deve cambiare mestiere». La preside, Carla Leolini, riesce a placare gli animi promettendo una rapida soluzione. 
La decisione viene presa nel giro di pochi giorni. Da lunedì la supplente non insegna più nella classe di Tommy. Qui il suo servizio si limitava a dieci ore settimanali, che saranno coperte dal corpo docente. «Abbiamo agito prima di tutto per la serenità del piccolo - dice Leolini -. Ho scritto un rapporto al provveditorato e spiegato che la decisione è stata presa in accordo fra tutte le parti. Quel che è successo veramente è ancora da chiarire. Di certo non possiamo che condannare qualsiasi gesto violento nei confronti degli alunni».  
Tutto risolto? Nemmeno per sogno. Perché la maestra adesso ha cambiato versione. Parla di un «contatto accidentale» e minaccia querele per ingiurie e minacce. La mamma di Tommy viene informata durante l’ultimo consiglio di classe. A scuola arrivano anche il compagno, sempre più arrabbiato, e i carabinieri.  
Al ritorno a casa la famiglia trova un uomo accanto alla porta, che subito cerca di allontanarsi. Finge di entrare in un cortile a poca distanza, ma è sfortunato. La porta si apre ed esce il vero padrone di casa. Lo sconosciuto è il marito della maestra elementare. Dopo aver provato a convincere i presenti con un suo improvviso smarrimento, è costretto ad ammettere davanti ai militari di essere stato vinto dalla curiosità di sapere dove abitasse quel bimbo, che continua a ripetere: «Io quella maestra cattiva non la voglio più vedere»

(Fonte: Lastampa.it)

martedì 15 ottobre 2013

COME SI FA A DIMENTICARSI DEL FIGLIO?


QUANDO IO O MIA MOGLIE USCIAMO 
CON NOSTRO FIGLIO, CE LO TENIAMO STRETTO 
PER PAURA DI PERDERLO.
OGNUNO PUO' AVERE TANTI PENSIERI OPPURE ESSERE ANCHE UN PO' DISTRATTI, MA COME FAI A DIMENTICARTI DEL FIGLIO?
NON SENTIVANO CHE GLI MANCAVA QUALCOSA?



Dimenticato come un pacco o una valigia. Un neonato di cinque mesi è morto la notte scorsa dopo essere stato dimenticato dai genitori sul nastro trasportatore dei bagagli, nell'aeroporto spagnolo di El Allet (Alicante).   Secondo fonti della Croce Rossa e della Guardia Civile, che ha aperto un'inchiesta sul decesso, si sarebbe trattato di una tragica dimenticanza dei genitori: una coppia di nazionalità statunitense, con un altro figlio minore, proveniente da uno degli aeroporti di Londra, quello di Gatwick. La coppia, interrogata dagli inquirenti, ha avuto bisogno di assistenza psicologica. I genitori sono stati rilasciati ma denunciati a piede libero dagli agenti della guardia civile.
(Fonte: Leggo.it)

lunedì 14 ottobre 2013

UN SOLO COLPO...MORTALE


MI CHIEDO COME POSSA UN GENITORE NON VISIONARE IL PROPRIO FIGLIO, MA SOPRATTUTTO COME SI POSSA LASCIARE LIBERAMENTE INCUSTODITA, SENZA UNA MINIMA PROTEZIONE, UN’ARMA VERA E PROPRIA. I BAMBINI SI SA, IMITANO E SI IMMEDESIMANO REALMENTE 
IN QUELLO CHE FANNO I GENITORI, 
SENZA RENDERSI CONTO DEL REALE PERICOLO



Il ragazzino ha imbracciato il fucile nuovo calibro 22 e ha premuto il grilletto. E quel colpo, partito accidentalmente nella sala da pranzo della loro casa, ha attraversato la stanza e ha colpito mortalmente la sorellina Joan di 11 anni.  Il dramma è accaduto nella casa della famiglia Plumb a Casa Grande. Il ragazzino stava mostrando la sua arma nuova agli amichetti, e l'aveva appena caricata con i proiettili, mentre il papà era in camera da letto e la mamma era andata a fare la spesa con un altro fratello. Poi, il dramma. Un colpo partito accidentalmente ha ucciso Joan Plumb.

(Fonte: Leggo.it)

sabato 12 ottobre 2013

TRANS A 6 ANNI...


ORMAI IL MONDO E' DOMINATO DA FORSENNATI 
CHE NE DECRETERANNO IL DECLINO 
IN OPPOSIZIONE ALLE PIU' ELEMENTARI 
LEGGI CHE REGOLANO LA NATURA




Cambia sesso a 6 anni e lo stato riconosce la sua nuova identità. Le autorità della provincia di Buenos Aires hanno accettato di emettere una carta di identità femminile per un bambino di 6 anni che, sebbene sia nato maschio si sente donna dall'età di 2 anni, secondo quanto dichiarato dalla madre.
Grazie all' intervento della segreteria per l'Infanzia, l'Adolescenza e la Famiglia, l'amministrazione della provincia ha concesso di dare un nuovo documento a Lulù (questo il nome con cui la identifica la stampa locale), che è diventata «la prima bambina trans al mondo riconosciuta senza intervento giudiziario», come ha detto Cesar Cigliutti, presidente della associazione Comunità Omosessuale Argentina.
(Fonte: Leggo.it) 

venerdì 11 ottobre 2013

NONNI ASSASSINI...


SE NEANCHE DI LORO POSSIAMO FARE AFFIDAMENTO, DI CHI CI POSSIAMO FIDARE?


I NONNI E MI RIVOLGO A TUTTI GLI ANZIANI, 
VISTA L’ ETA’ DOVREBBERO ESSERE PIU’ SAGGI E ACCUDIRE AL MEGLIO IL PROPRIO NIPOTINO CON TUTTE LE CURE POSSIBILI IN QUANTO OGGI PER LAVORO SI E’ COSTRETTI AD ORARI E RITMI FRENETICI E L’UNICA ANCORA (PER CHI HA LA FORTUNA DI AVERLI) SONO PROPRIO I NONNI



La donna, Alfreda Giedrojc, 62 anni, è stata accusata di omicidio di primo grado. Secondo una prima ricostruzione della polizia, riporta l'edizione on line della CNN, il padre della piccola ha lasciato la bimba a casa dei nonni domenica e poi è andato a lavoro. La bambina piangeva, la nonna, allora, ha messo la piccola sul pavimento, poi ha preso un grosso martello e ha infierito su di lei colpendola ripetutamente alla testa con l'arnese. Ma la piccola continuava a piangere, così la nonna è andata in cucina ha preso un coltello e ha finito l'opera tagliandole la gola. 

Gli inquirenti non si sono ancora espressi sul possibile movente dell'omicidio. Giedrojc ha vissuto con la sua famiglia a Oak Lawn per 20 anni. Il vicino di casa della famiglia, Caren Hennessy è sotto shock. «È un mondo strano quello in cui viviamo oggi - ha detto - Molte persone sono così tese e arrabbiate e fanno cose che forse non avrebbe fatto in un altri tempi». Hennessy descrive i suoi vicini come «belle persone, molto amichevoli».

(Fonte: Leggo.it)

giovedì 10 ottobre 2013

BULLISMO, MA PERCHE'?


QUANDO SENTO PARLARE DI BULLISMO, 
MI PIACEREBBE SAPERE SE QUESTI RAGAZZI 
HANNO ALLA BASE UNA FAMIGLIA, PERCHE’ SE DOVESSERO AVERLA, DOVREBBERO ESSERE 
ALMENO RIMPROVERATI…

UN MOTIVO DI QUESTE BRUTALI REAZIONI 
CI DEVE PUR ESSERE



Il timore dei medici era che ci fosse una perforazione dell’intestino. «Per fortuna - fanno sapere dall’ospedale - non c’era, e oggi l’hanno potuto dimettere». Il giovane ha riportato lesioni nell’area genitale e in quella peritoneale, dopo che un compagno di classe gli ha «sparato» un getto d’aria sul fondoschiena con un compressore. Vittima uno studente di 17 anni dell’Istituto professionale Corrado Gex di Aosta. «Dovrà tornare per visite e controlli, ma il peggio - aggiungono dal Prini - sembra scongiurato e non c’è stato bisogno di un’operazione». 
 I fatti risalgono alla fine di settembre, i ragazzi si trovavano nell’officina di falegnameria, la lezione era appena conclusa. A un certo punto un compagno di classe, di 18 anni, ha attivato il compressore e lo ha puntato contro il sedere dell’amico. Il ragazzo indossava una tuta, che però aveva un piccolo strappo e l’aria ha oltrepassato i vestiti. Il giovane ha subito iniziato a urlare per il dolore e lo spavento ed è stato soccorso dagli insegnanti e portato in ospedale. 
 «Abbiamo preso gravi provvedimenti nei confronti del ragazzo che ha compiuto questo gesto» spiega Patrizia Bongiovanni, preside dell’Istituto. Non si sarebbe trattato di un episodio di bullismo, ma di una «stupidata». «La cosa più grave - ancora Bongiovanni - è che lo studente ha quasi finito il suo ciclo di studi, conosce benissimo le regole di sicurezza e sa come ci si deve comportare in officina». 
 Giovanna Sampietro, sovrintendente agli studi: «Non si sa cosa sia passato per la testa di quel ragazzo. I giovani hanno sempre meno consapevolezza delle proprie azioni, per fortuna le condizioni del compagno ferito sono meno gravi di quello che sembravano in un primo momento. Ma spero che questo episodio serva anche da lezione a tutti, che si ricordino che i comportamenti hanno delle conseguenze». 

(Fonte: Lastampa.it)

mercoledì 9 ottobre 2013

UNA VITA SENZA POTER LITIGARE...


I BAMBINI DI QUESTA ETA’ SONO MOLTO VIVACE E MOLTO INCLINI A FARSI MALE O AD AVERE DEI DIVERBI SUI GIOCATTOLI; E’ VERAMENTE UN “MIRACOLO” CHE SIA ARRIVATO A QUESTA ETA’.
GLI AUGURO CHE CONTINUI LA PROPRIA VITA NELLA TOTALE FELICITA’ E SPENSIERATEZZA…



Morgan Taylor a 4 anni potrebbe essere ucciso da una discussione o da un semplice graffio. Toni più alti e un'accesa discussione potrebbero essere fatali per il bambino che non produce ormoni vitali.
Morgan soffre di una rara malattia che consiste in un'insufficienza surrenale che può rendergli fatale un graffio o una discussione.  I genitori hanno da sempre cercato di non far pesare la malattia al bambino, anche se uno stress fisico o mentale possono essere per lui letali, Morgan conduce una vita quanto più possibile normale.  Il problema di Morgan è che se attiva un'alterazione di qualunque tipo, sul suo organismo, il corpo non è in grado di ripristinare la condizione iniziale e va in tilt.
La malattia non è curabile, ma gestibile con delle iniezioni ormonali.
Il bambino è consapevole dei suoi limiti, come il non poter fare alcuni sport e il non dover correre alcuni pericoli, così come insegnanti e compagni di classe sono stati messi al corrente.  «È un ragazzo molto felice e spensierato», dichiara la madre al Daily Mail, «Non possiamo sapere cosa il futuro abbia in serbo per lui ma Morgan vive la sua condizione serenamente».


(Fonte: Leggo.it)

martedì 8 ottobre 2013

ABBIAMO BISOGNO DI QUESTI GIOVANI...


COMPLIMENTI A QUESTO RAGAZZINO.
FACCIAMO SPAZIO E LARGO AI GIOVANI 
(SONO IL NOSTRO FUTURO) E DIAMO A TUTTI 
LORO GLI AIUTI E LE POSSIBILITA’ AFFINCHE’ 
POSSANO STUDIARE


Ha soltanto 16 anni, ma i suoi studi potrebbero salvare la vita di milioni di persone. Jack Andraka, del Maryland, ha ideato un nuovo test non invasivo per la diagnosi dei tumori al pancreas.
Con un sensore del costo di pochi centesimi di dollaro riesce a diagnosticare un tumore pancreatico nella sua fase iniziale. Bisognerà aspettare tra i due e i cinque anni prima di vedere l’uso di questi sticker presso i laboratori o gli ospedali. Jack ha presentato a Roma, nel corso della prima edizione europea di Maker Faire, la sua idea. “Avevo 13 anni quando morì un mio amico per un tumore al pancreas.” Racconta Jack – “Sono rimasto molto scosso.” La diagnosi di questo tipo di tumore arriva per l’85% dei casi in ritardo e questo lascia solo il 2% di possibilità di sopravvivenza. Il test poi per la diagnosi costa in America circa 800 dollari. “Ho passato un’estate intera su internet perché volevo capire cosa fosse un tumore pancreatico.” – continua il ragazzo – “Alla fine ho scoperto leggendo centinaia di lavori che alla presenza di alcuni tumori come quello al polmone o quello al pancreas alcune proteine nel nostro corpo variano, in particolare una chiamata Metatione. Ho scritto a 200 laboratori per sapere se potevo lavorare a questa idea ma 199 mi hanno risposto di no. Solo un medico del John Hopkins mi ha detto che potevo lavorare presso di loro. Dopo mesi di prove finalmente sono riuscito con un semplice multimetro da 15 dollari a creare uno sticker del costo di 3 centesimi che può individuare un tumore pancreatico in fase iniziale”. Lo sticker di Jack è 168 volte più veloce e 400 volte più sensibile dei test medici tradizionali. Se il tumore al pancreas è preso in tempo si può arrivare al 100 % di casi di guarigione
(Fonte: Leggo.it) 

lunedì 7 ottobre 2013

DENUNCIATE I MOLESTATORI...


SE OLTRE A CHIEDERVI L’AMICIZIA VI FANNO DELLE PROPOSTE, ANCHE A LIVELLO LAVORATIVO, CHE A VOI NON SEMBRANO ALLETTANTI O PARTICOLARMENTE STRANE O VOLGARI, NON ESITATE A PARLARNE AI VOSTRI GENITORI AFFINCHE’ SI POSSANO DENUNCIARE QUESTI MOLESTATORI



Un insegnante elementare è stato sospeso dalla scuola dove insegnava in provincia di Reggio Emilia perchè accusato di aver molestato, tramite Facebook, il fratello 14enne di una sua alunna.  La vicenda è stata raccontata alcuni mesi fa dal ragazzino ai genitori, che hanno deciso di fare denuncia. Ora il computer dell'insegnante è stato sequestrato e la polizia postale sta svolgendo le verifiche. Tra l'altro, il padre del ragazzino mesi fa avrebbe avvicinato proprio l'insegnante in questione per dargli una lezione. Ne danno notizia alcuni quotidiani.  Secondo quanto ricostruito, l'uomo avrebbe chiesto l'amicizia sul social network al ragazzino dicendo di essere l'insegnante di sua sorella. Ha spiegato poi che stava cercando, per conto di un suo amico, giovani che volessero fare 'book' fotografici per modelli. Gli ha quindi proposto di inviargli qualche scatto a torso nudo, fissandogli poi appuntamenti per fotografie professionali. Il ragazzino avrebbe risposto che i genitori non volevano e il maestro ha suggerito di non dire loro nulla.  Questo ha allarmato ancora di più il ragazzino che ha raccontato tutto ai genitori. Dopo la denuncia, la scuola ha deciso di sospendere l'insegnante che ora, tramite il suo legale, ha impugnato il provvedimento davanti al giudice del lavoro per chiedere il suo reintegro. L'insegnante, infatti, si dice estraneo alle accuse mosse, sostenendo di non aver commesso alcun illecito.

(Fonte: Leggo.it)

sabato 5 ottobre 2013

COSA NON SI FA PER DIVERTIRE I FIGLI...



PER OGNI GENITORE LA COSA PIU' IMPORTANTE, SOPRATTUTTO IN TEMPO DI CRISI E PER DISTRARSI DELLE PREOCCUPAZIONI QUOTIDIANE, E' VEDER FELICI I PROPRI BAMBINI E QUANDO PER ESEMPIO C'E' UN COMPLEANNO NON SI BADA A SPESE...




L’idea di cosa sia un party per bambini te la fai solo se partecipi: i racconti di organizzazioni megalomani non bastano, bisogna esserci.  
Primo perché non è poi così vero che siano tutti faraonici e pacchiani, secondo – particolare non da poco – perché sono ottime occasione per rubare merce preziosa: i segreti degli animatori, quelli più reconditi e misteriosi.  
I «baby party planner» (letteralmente, i pianificatori di feste per bimbi), una razza speciale di supereroi per mamme, papà e parenti tutti, si tramandano l’incantesimo che riesce ad aggregare dieci, quindici, venti piccole pesti pronte a smontare, per natura, ogni proposta: «Tutti a giocare alla pentolaccia!». «Play station, play station...» è il coro che a questo punto, in genere, ti sommerge. Ma quando sei lì, a una festa per bimbi, allora capisci quanto sia raffinata ed efficace l’astuzia degli intrattenitori: «Chi vince la pentolaccia gioca a Fifa 13». Tanto poi, tra i bendati che prendono a bastonate una scatola appesa, chi vuoi che scelga di mettersi a smanettare solo e soletto sul divano.  

Torino prima in Italia
Forse in pochi lo sanno, ma Torino è la capitale dell’animazione per bimbi. Del resto è qui che sono nati la «Melevisione», il teatro per bambini e per ragazzi. E’ qui che si trova una delle più interessanti scuole di circo. Ed è sempre qui che vivono i più talentuosi (e numerosi) «baby party planner» d’Italia.  
Sono sessanta le agenzie specializzate in animazione per bambini che lavorano a Torino. Un record: più di Roma, più di Milano, più di altre città italiane. «Negli anni Ottanta - ricorda Daniel Brocci, prestigiatore e fantasista - eravamo una decina. Poi ognuno di noi, singolarmente, ha deciso di aprire una sua agenzia. Così ci siamo ramificati e moltiplicati». 
E soprattutto distinti grazie a una sorta di decalogo che ne ha tracciato l’identikit: età compresa tra i 20 e 40 anni, non possono avere piercing o tatuaggi in vista. I ragazzi devono presentarsi ordinati e ben vestiti, niente jeans stracciati e magliette sgualcite, le ragazze poco trucco e niente unghie pittate. Obbligatorio: rilasciare fattura e aver stipulato un’assicurazione.  
Poi ci sono gli improvvisati, che con la crisi economica si cimentano lasciando annunci su internet. Ivan Rumello ha 33 anni e si barcamena così: «Ho solo lavori saltuari – dice – a cui ho provato ad aggiungere anche questo. Ma è una battaglia persa se ci provi da solo: attraverso un’agenzia le mamme possono scegliere feste a tema con maschere, gadget, macchine per zucchero filato e tori meccanici. Io, con le mie trombette, come posso competere?».  
Quello dei «baby party» è un settore che non conosce crisi. Si spendono dai 50 ai 200 euro a festa: dipende dal numero dei mini-invitati, dal tempo e dagli effetti speciali usati per stupire squadre di bambini in overdose da adrenalina. Che per essere coinvolti hanno bisogno di talenti di magia: dietro ai travestimenti degli animatori si nascondono storie tortuose. Tutte, o quasi, partono da un sogno realizzato: da piccoli, alla domanda cosa farai da grande, già rispondevano così, categorici: «Il pagliaccio». 

(Fonte: Lastampa.it)
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