giovedì 3 ottobre 2013

UN BAMBINO NON SI SCUOTE...


ANCHE SE SI E' INESPERTI 
NON E' DI CERTO QUESTA LA REAZIONE 
CHE SI DEVE FARE 
AD UNA MINUSCOLA CREATURA...




Era solo in casa col suo bambino, nato da pochi giorni, in piena estate. La mamma era dovuta uscire: «Mi raccomando, se piange ho preparato il biberon». Lui, giovane papà, una vita da ricostruire con una nuova compagna, si è ritrovato con poca esperienza a badare al piccolo. E quando il neonato si è messo a piangere, i suoi strilli acuti e prolungati lo hanno gettato nel panico. Così lo ha afferrato, e per farlo smettere lo avrebbe scosso con violenza, provocandogli un trauma alla base del collo. Poi, sconvolto, ha portato il bimbo in ospedale. 

«Mi è caduto dalle braccia mentre cercavo di cullarlo» ha detto al pronto soccorso del Regina Margherita. I medici, esperti nel riconoscere queste lesioni, non gli hanno creduto e hanno avvisato immediatamente la procura. Ora il papà, trentenne, è indagato per le lesioni provocate al bimbo. Indagini ancora in corso, legate soprattutto alle conseguenze provocate dal trauma. Per i medici si tratta di «Sindrome da scuotimento», come hanno scritto nel referto inviato ai magistrati del pool «fasce deboli», coordinato dal procuratore aggiunto Anna Maria Loreto.  
Il papà è già stato sentito negli uffici della procura, insieme alla convivente. Una famiglia con problemi alle spalle, una condizione sociale difficile, storie alla deriva. Per un po’ l’uomo ha continuato a ribadire la versione della caduta. «L’ho preso in braccio, mi è scivolato». Messo alle strette dai resoconti medici e dalle indagini disposte dai pm, avrebbe finito per confessare, ammettendo di aver perso la testa di fronte al quel pianto ininterrotto. «Non volevo farlo, giuro che non volevo fargli male». Il bimbo è rimasto per alcuni giorni ricoverato in terapia intensiva.  
   
La famiglia abita in periferia, poco lontano da Torino. Il bimbo era nato da una dozzina di giorni, quando è stato portato in ospedale dal papà: prima in un centro della cintura, e da qui trasferito al Regina Margherita dove sono state riscontrate le lesioni da scuotimento. In un corpicino fragile bastano pochi secondi per provocare conseguenze gravi, anche permanenti. Il papà è un uomo robusto. E i segni lasciati dagli scossoni sono inconfondibili e incompatibili con i traumi da caduta. Le più comuni dal seggiolone o dal lettino.  
Al Regina Margherita, un gruppo di lavoro composto da medici, psicologi e assistenti sociali sono specializzati a riconoscere anche le bugie dei genitori che varcano le porte del pronto soccorso. Si chiama progetto «Bambi». Cacciatori di abusi, di crudeltà familiari. Valutano i casi e informano la procura proteggendo i bimbi. Come è avvenuto nell’ultimo caso scoperto proprio all’Infantile.  
   
«Quando il papà ha scosso il piccolo - dicono gli esperti - è come se avesse provocato una situazione del tutto simile a un colpo di frusta. In un neonato, quella scarica di violenza può però causare danni irreparabili». I sintomi sono piuttosto evidenti. Lo scuotimento si manifesta con la rottura dei vasi del collo che portano sangue al cervello. Le emorragie, conseguenti al sanguinamento, premendo sul cervello e possono determinare crisi convulsive o danni cerebrali rilevanti, se non addirittura paralisi. «Se le emorragie arrivano a livello della retina - spiegano ancora i medici - un bimbo può addirittura perdere la vista, completamente o soltanto in parte». Ora il piccolo non è più in terapia intensiva. Ma «sugli effetti delle lesioni non possiamo ancora sbilanciarci - confermano in ospedale - Potrebbero volerci mesi, se non addirittura anni, a vedere le conseguenze».  

(Fonte: Lastampa.it)

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