domenica 29 marzo 2015

QUEL DOLCE PROFUMO DI MAMMA...


DICONO CHE GLI ITALIANI SIANO 
UN POPOLO DI MAMMONI.
MI AUGURO DI ESSERLO VERAMENTE PERCHE' 
SOLO LA PRESENZA DELLA MAMMA AL CENTRO DELLA FAMIGLIA PUO' GARANTIRE LA SOLIDITA' DELLA FAMIGLIA, RIGENERARE LA VITA E ASSICURARE LA SALVAGUARDIA DELLA CIVILTA'





Era identico il rituale
tutte le mattina ti alzavi all'alba
   mentre i tuoi bimbi pigri
spegnevano l’ultimo sogno mattutino

Ti apprestavi a prendere 
la prima bracciata di legna
per arroventare il ceppo della sera prima
scaldando il nostro nido famiglia

Ci chiamavi paziente 
ancora una volta indaffarata 
con le calde scodelle del latte
preparate per noi

Ancora l’ultimo richiamo 
stizzito
ci faceva balzare 
assonnati dal letto

Ci scaldavamo le mani 
accarezzando le ciotole calde
il ceppo iniziava a irraggiare il tepore
scoppiettante sulla brace dorata

Il tuo viso arrossato e candido
ancora foglie d’ulivo 
impigliate allo scialle 
usato per andare a prendere i legni

Ci cingevi la sciarpa 
coprendoci bene
ci aiutavi a mettere in spalla 
la pesante cartella di scuola

L’ultima 
solita raccomandazione
tenetevi per mano 
attenti alla strada

Quel bacio che ci davi 
ci coccolava ancora a scuola
perché ne sentivamo 
il tuo dolce profumo di mamma

(Fonte Web-Carmine Coriale)

lunedì 23 marzo 2015

POESIA PER UN FIGLIO...




Quando ho saputo di te ho pianto.
Quando ho saputo di te ho avuto paura.
Non ero pronta per te
Non ero certa che sarei riuscita a diventare mamma.
Ma nel cuore sentivo che dovevo tenerti.
Sono stati tempi duri e difficili..
Pianti, nausee, dolori, difficoltà...
Ma poi quel giorno che sei nato io me lo ricordo ancora.
E' stato come capire che il senso della vita ancora non l'avevo compreso...
La felicità non era quella di essere libera di fare tutto ciò che volevo.
La felicità più grande e più incredibile era fare per te tutto ciò che potevo!
Mi hai cambiata, mi hai amata, mi hai resa mamma...
E per la vita di tutto questo io ti sarò grata.


(Fonte Web)

mercoledì 18 marzo 2015

ECCO COS'E' UN PAPA'...




IL PAPA' 
NON E' SOLO L'AMICO DELLE CAPRIOLE 
SUL LETTO GRANDE
NON E' SOLAMENTE L'ALBERO GRANDE AL QUALE 
MI ARRAMPICO COME UN PICCOLO ORSO
NON E' SOLTANTO CHI TENDE CON ME 
L'AQUILONE NEL CIELO

IL PAPA'
E' SORRISO DISCRETO CHE FA FINTA DI NIENTE
E' L'OMBRA BUONA DELLA GRANDE QUERCIA
E' LA MANO SICURA CHE MI CONDUCE NEL PRATO 
E OLTRE LA SIEPE

(L. Musacchio)

venerdì 13 marzo 2015

SCAMBIO DI EMBRIONI




Al "Sandro Pertini" di Roma le cicogne hanno smesso di volare e forse resteranno ferme per un bel po'. Da un paio di settimane infatti l'unità di fisiopatologia per la riproduzione e la sterilità ha chiuso i battenti. Non si prendono nè di danno appuntamenti. Apparirà strano a quanti in queste settimane hanno chiamato, ma è così. E stavolta lo stop non è per le lunghe liste d'attesa o per la cronica scarsezza di risorse finanziarie che non soddifano reparti o prestazioni, stavolta il servizio del "Pertini" è sospeso perchè sono accaduti fatti gravi, così gravi che proprio la Regione Lazio ne ha bloccato l'attività.
Tutto accade la mattina del 4 dicembre dello scorso anno, quando dopo tanti controlli medici, e una serie sterminati di test, alcune coppie (quattro) si sottopongono al trattamento di fecondazione assistita. Una procedura super collaudata anche nel nosocomio romano. Ma proprio quella mattina, che è destinata a segnare il futuro del centro sanitario e quello di alcune famiglie, qualcosa va storto. E si verifica l’irreparabile: uno scambio di embrioni tra coppie. Con il risultato che, dal dicembre scorso, c’è una delle quattro mamme che porta in grembo da quattro mesi addirittura due gemelli che non sono suoi, o che per meglio dire - secondo i riscontri - non sono compatibili con i profili genetici dei genitori.  
  
La vicenda con tutte le cautele possibili, e non solo per ragioni di privacy, è sul tavolo del governatore della Regione Lazio, Nicola Zingaretti che ha istituito tempestivamente di concerto con il direttore generale del centro Vitaliano De Salazar (quando sono avvenuti i fatti De Salazar non era ancora direttore generale del Pertini) una commissione d’indagine presieduta dal rettore di Tor Vergata, il genetista Giuseppe Novelli.  
Domani alle 17 la commissione si riunirà ed esaminerà il caso. E spetterà a Novelli capire le cause dell’errore sanitario. Certo è che quella mattina, visti i primi risultati, gli errori commessi potrebbero essere molti, così come potrebbero essere anche tanti gli strascichi giudiziari. 
  
Il 4 dicembre al centro del Pertini si sottopongono a fecondazione assistita le quattro coppie. Una mattina come tante altre. Gli interventi confermeranno esiti favorevoli per tre donne su quattro. Passano alcune settimane e una delle tre donne scopre addirittura di essere incinta di due gemelli. Una gioia per la coppia che si sottopone costantemente al monitoraggio della gravidanza.  
I risultati sono più che incoraggianti: tutto procede per il verso giusto. E nulla, quindi, lascia presupporre che la gioia si trasformerà a breve in angoscia e rabbia. La donna, infatti, più o meno al terzo mese, si rivolge al Sant’Anna di Roma, (centro di eccellenza per la fecondazione assistita e la diagnosi prenatale), per un test genetico. Trascorrono quindici giorni, ed ecco le risposte: la gravidanza va bene, i due bimbi crescono in salute, ma i «profili genetici dei due feti non sono compatibili con quelli dei genitori». In buona sostanza, al momento del trattamento, la donna avrebbe ricevuto nell’utero due embrioni di un’altra coppia. Una risposta lineare, più volte verificata, che getta nell’angoscia la coppia e rischia di angosciare anche le altre coppie che in quella mattinata si sono sottoposte allo stesso processo di fecondazione in ospedale.  
Al Pertini scatta l’allarme. Il direttore generale De Salazar blocca l’unità di fisiopatologia, aumenta i protocolli di controllo e rafforza le procedure di intervento. Si cerca, quindi, di risalire alle altre coppie nel tentativo di individuare come, dove e perché siano stati scambiati gli embrioni. Immediatamente viene scartata la coppia per la quale il tentativo di fecondazione non ha avuto esito (anche se nulla può essere escluso e sarà la commissione presieduta da Novelli a doverlo accertare). Restano i dubbi per altre due coppie e per altre due potenziali mamme.  
Allo stato, attuale, infatti, ci sono almeno due potenziali coppie di genitori (anche se non sono da escludere altri casi) che potrebbero avere figli che geneticamente non sono loro. Due coppie, e due o più potenziali madri, quindi, che portano in grembo figli di altri e che (almeno un’altra coppia non è stata ancora avvertita), dovranno decidere, una volta chiarito l’errore, se portare avanti o meno e con che modalità la futura gravidanza.  
Ora spetterà alla commissione presieduta dal professor Giuseppe Novelli fare pienamente luce su quanto accaduto quella mattina di dicembre dello scorso anno. Si stanno già contattando le coppie che non erano state avvertite per raccontare cosa è successo e confessare l’incredibile concentrazione di errori. L’équipe di periti guidata da Novelli dovrà anche stabilire se i due gemelli sono parzialmente o meno compatibili tra loro. Un bel rompicapo, insomma, che la scienza comunque definirà. Al resto dovranno pensarci i periti legali e probabilmente la magistratura.  
Per ora il rettore di Tor Vergata, Giuseppe Novelli non si pronuncia ma si limita a dire che «aspetta di visionare gli atti, lunedì alle 17, poi si vedrà….».  
È chiaro che per un illustre genetista come Novelli la sostanza è nelle carte, ma il governatore del Lazio Zingaretti, che ha attivato l’indagine, ha fatto capire ai suoi «che se ci sono errori, chi ha sbagliato dovrà pagare molto duramente». Già, gli errori. Che in tema di fecondazione assistita si abbattono sistematicamente sulla sanità laziale. Perché prima del Pertini è toccato al San Filippo Neri quando per un guasto, nel marzo 2012, si scongelarono 94 embrioni e 130 ovociti. La tragica esperienza di allora pare, però, non aver insegnato nulla.

(Fonte: Lastampa.it)

martedì 10 marzo 2015

PEDOFILI



NO ALLA VIOLENZA SUI BAMBINI




Diventerò bambino e vorrò salire su un'altalena, per sentire il vento annodarmi i riccioli d'oro.

Diventerò bambino per giocare con i miei amici a nascondino. Incontrerò te, amico ingannatore, a rubarmi 
l' innocenza.
"Sssss...è un gioco, non dirlo a nessuno!"
Ora guardati dentro, essere immondo! Cosa vedi?! niente! Come quello che hai lasciato dentro di me:niente! Hai svuotato il mio corpo, la mia mente, la mia anima. Non sarò mai bambino. Mi hai strappato il sorriso e, con esso, hai portato via con te per sempre la mia spensieratezza.


(Fonte Web)

sabato 7 marzo 2015

FESTA DELLA DONNA



Che cosa sarebbe un mondo senza donne?  
Sarebbe come una notte senza luna né stelle, una giornata senza sole, un arcobaleno senza colori, una bocca senza sorrisi o un respiro senza aria. 
Le donne non sono il sesso debole, ma fragili e malati sono coloro che non le rispettano, non le amano, non le proteggono, che si permettono di maltrattarle, picchiarle ed arrivano addirittura a violentarle o peggio ancora ad ucciderle, prima psicologicamente e poi fisicamente.
Che la festa delle donne non sia solo una data sul calendario, bensì iniziamo a far sì che lo sia tutti i giorni, come meritano.
(Alex Pramix) 
da PensieriParole <http://www.pensieriparole.it/frasi-per-ogni-occasione/festa-della-donna/frase-257363?f=t:117>

venerdì 6 marzo 2015

UNA STORIA DOWN...COMMOVENTE!



"RITENGO CHE QUANDO UN BAMBINO,FISICAMENTE E MENTALMENTE
HANDICAPPATO VIENE AL MONDO,
SI PRESENTA L'OPPORTUNITA'
DI REALIZZARE LA VERA NATURA UMANA E SI PRESENTA NEL MODO IN CUI
            LE ALTRE PERSONE TRATTANO QUEL BAMBINO"

(Questa è solamente una foto, non è Shay)

Eccovi a voi la storia.... 
Shay era un bambino down.
 
Shay e suo padre passeggiavano nei pressi di un parco dove Shay sapeva che c'erano bambini che giocavano a baseball.

Shay chiese: 'Pensi che quei ragazzi mi faranno giocare?' 
Il padre di Shay sapeva che la maggior parte di loro non avrebbe voluto in squadra un giocatore come Shay, ma sapeva anche che se gli fosse stato permesso di giocare, questo avrebbe dato a suo figlio la speranza di poter essere accettato dagli altri a discapito del suo handicap, cosa di cui Shay aveva immensamente bisogno.

Il padre si Shay si avvicinò ad uno dei ragazzi sul campo e chiese (non aspettandosi molto) se suo figlio potesse giocare.
Il ragazzo si guardò intorno in cerca di consenso e disse: 'Stiamo perdendo
di sei punti e il gioco è all'ottavo inning. Penso che possa entrare nella squadra: lo faremo entrare nel nono'
Shay entrò nella panchina della squadra e con un sorriso enorme, si mise su
la maglia del team. Il padre guardò la scena con le lacrime agli occhi e con un senso di calore nel petto.
I ragazzi videro la gioia del padre all'idea che il figlio fosse accettato dagli altri.
Alla fine dell'ottavo inning, la squadra di Shay prese alcuni punti ma era sempre
indietro di tre punti. All'inizio del nono inning Shay indossò il guanto ed entrò in campo.
Anche se nessun tiro arrivò nella sua direzione, lui era in estasi solo all'idea di giocare in un campo da baseball e con un enorme sorriso che andava da orecchio ad orecchio salutava suo padre sugli spalti.
Alla fine del nono inning la squadra di Shay segnò un nuovo punto: ora, con due out e le basi cariche si poteva anche pensare di vincere e Shay era incaricato di essere il prossimo alla battuta.
A questo punto, avrebbero lasciato battere Shay anche se significava perdere la partita?
Incredibilmente lo lasciarono battere.
Tutti sapevano che era una cosa impossibile per Shay che non sapeva nemmeno tenere in mano la mazza, tantomeno colpire una palla
In ogni caso, come Shay si mise alla battuta, il lanciatore, capendo che la squadra stava rinunciando alla vittoria in cambio di quel magico momento per Shay, si avvicinò di qualche passo e tirò la palla così piano e mirando perché Shay potesse prenderla con la mazza.
Il primo tirò arrivò a destinazione e Shay dondolò goffamente mancando la palla.
Di nuovo il tiratore si avvicinò di qualche passo per tirare dolcemente la palla a Shay.
Come il tiro lo raggiunse Shay dondolò e questa volta colpì la palla che ritornò lentamente verso il tiratore.
Ma il gioco non era ancora finito.
A quel punto il battitore andò a raccogliere la palla: avrebbe potuto darla all' uomo in prima base e Shay sarebbe stato eliminato e la partita sarebbe finita.
Invece...

Il tiratore lanciò la palla di molto oltre l'uomo in prima base e in modo che nessun altro della squadra potesse raccoglierla.
Tutti dagli spalti e tutti i componenti delle due squadre incominciarono a gridare: 'Shay corri in prima base! Corri in prima base!'
Mai Shay in tutta la sua vita aveva corso così lontano, ma lo fece e così raggiunse la prima base.
Raggiunse la prima base con occhi spalancati dall'emozione.
A quell punto tutti urlarono:' Corri fino alla seconda base!'
Prendendo fiato Shay corse fino alla seconda trafelato.
Nel momento in cui Shay arrivò alla seconda base la squadra avversaria aveva
ormai recuperato la palla..
Il ragazzo più piccolo di età che aveva ripreso la palla quindi sapeva di poter vincere e diventare l'eroe della partita, avrebbe potuto tirare la palla all'uomo in seconda base ma fece come il tiratore prima di lui, la lanciò intenzionalmente molto oltre l'uomo in terza base e in modo che nessun altro della squadra potesse raccoglierla.
Tutti urlavano: 'Bravo Shay, vai così! Ora corri!'
Shay raggiunse la terza base perché un ragazzo del team avversario lo raggiunse e lo aiutò girandolo nella direzione giusta.
Nel momento in cui Shay raggiunse la terza base tutti urlavano di gioia.
A quel punto tutti gridarono:' Corri in prima, torna in base!!!!'
E così fece: da solo tornò in prima base, dove tutti lo sollevarono in aria e ne fecero
l'eroe della partita.
Quel giorno' disse il padre piangendo 'i ragazzi di entrambe le squadre hanno aiutato a portare in questo mondo un grande dono di vero amore ed umanità'.
Shay non è vissuto fino all'estate successiva.
E' morto l'inverno dopo ma non si è mai più dimenticato di essere l'eroe della partita e di aver reso orgoglioso e felice suo padre..
Non dimenticò mai l'abbraccio di sua madre quando
tornato a casa le raccontò di aver giocato e vinto

         (Fonte: nicknamemadero.blogspot.com)

lunedì 2 marzo 2015

DISUMANIZZAZIONE...


NON RIESCO A CREDERE A QUALI LIVELLI DI DISUMANIZZAZIONE SIAMO ARRIVATI



Una madre ha ammazzato il figlio di 10 anni perchè aveva le orecchie troppo grandi. Secondo la donna, le orecchie del bimbo gli creavano grosse difficoltà dal punto di vista del rendimento scolastico e della socialità. Così ha portato il piccolo a sottoporsi a un intervento chiurgico. Non contenta del risultato ottenuto, la donna il giorno dopo ha accompagnato il figlio nei bagni dell'ospedale e l'ha strangolato. Poi è fuggita, ma ha avuto un incidente stradale. Riportata in ospedale, ha confessato tutto

(Fonte: Leggo.it)
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