martedì 3 giugno 2014

NON MANGIATE LE MERENDINE


FATELO PER LA VOSTRA SALUTE E QUELLA 
DEI PROPRI FIGLI PREPARATE VOI DELLE SQUISITE 
MERENDE CASALINGHE, CON UN PO' DI VOGLIA 
E TEMPO, SE NE POSSONO PREPARARE MOLTE VELOCI 
E DAVVERO APPETITOSE



Le merendine industriali fanno male? Il junk food (“cibo spazzatura”), funziona proprio come una droga. Lo dimostrano innumerevoli studi. I ratti, nutriti con cibi molto calorici, grassi oppure dolcissimi, dopo qualche tempo, non solo gli animali  rifiutavano i cibi sani, ma non riuscivano più a  smettere di mangiare quelli ipercalorici, anche se questo li portava a ingrassare a dismisura. Alterazioni cerebrali. Proprio come per le droghe, la dipendenza dal junk food nasce nel cervello, e più precisamente nei circuiti del piacere che fanno capo al neurotrasmettitore dopamina. Come la cocaina, il cibo spazzatura interferisce con il recettore cerebrale “D2” della dopamina, provocando nel cervello gli stessi cambiamenti strutturali che si riscontrano in chi ha sviluppato una dipendenza da stupefacenti. 
Ecco, quindi, 10 buoni motivi per non mangiarle:
Il bambino deve imparare che il cibo viene dalla natura e soprattutto che è una cosa che “si fa con le mani”, non un oggetto che si scarta come un pacchetto di Natale. Ad attirarlo devono essere l’olfatto, il tatto e il gusto, non i colori della confezione o i personaggi visti in tv.
Rispetto alla maggior parte delle merende casalinghe, i cibi confezionati hanno più grassi, zuccheri e sale. I bambini che si abituano a questi sapori tendono poi a non apprezzare i sapori più delicati (come una mela da mangiare a morsi).
Dal punto di vista del tatto, le merendine puntano sempre sulla stessa sensazione: morbidezza e cremosità (nella merendina intera o nel ripieno). Fateci caso: i cibi morbidi e cremosi sono sempre i più calorici.
Le merendine sono una soluzione troppo facile, che non invita né al fare né al pensare; il cibo vero, al contrario, richiede cura (nella scelta, nella preparazione, nel trasporto). Proprio questa cura è un atto d’amore quotidiano che ha grande valore, anche per i bambini. Lo so perché mio figlio, che portava il panino da casa, era invidiatissimo da molti suoi compagni, che invece avevano pacchettini tutti uguali da scartare.
La merenda fatta in casa è una scuola di varietà e novità: un semplice panino si può fare in mille modi diversi e permette di scoprire tipi diversi di pane, di marmellata, di formaggi, di salse…
Le merendine abituano i sensi ai sapori industriali: quei sapori diventano, nel tempo, il “punto di riferimento” per definire il concetto di “buono”.
Nelle merendine non c’è cultura del cibo. Di qualsiasi ingrediente casalingo un genitore può facilmente raccontare la storia (da dove viene, come si produce…), ma certo non si può dire la stessa cosa del cibo industriale.
Le merendine costano, non solo in termini di denaro, ma anche in termini ambientali.
Le merendine ci prendono un po’ in giro. Quante volte le confezioni inneggiano al contenuto salutistico? Per caso i nostri bambini soffrono tutti di deficit di calcio e vitamine? In questo caso la soluzione va trovata col pediatra, non col supermercato.


(Fonte: www.mondoallarovescia.com)  

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