sabato 25 maggio 2013

UN'ARMA IN OGNI CASA...

 

PRINCIPALMENTE IN AMERICA VI E' IN CIRCOLAZIONE CIRCA UN' ARMA A TESTA

PER OGNI CITTADINO.

 

LA COLPA DI QUESTO BOOM INUTILE E LETALE, NON STA, COME DICONO NELL'INTERPRETAZIONE DISTORTA DI UN'ANTICA REGOLA DELLA COSTITUZIONE (IL DIRITTO DI ARMARSI),

MA COME SEMPRE DA COLORO CHE, CONSAPEVOLI DEL MALE CHE POSSONO FARE, LI CONTINUANO AD ACQUISTARE...

E CHI NE TRAE SEMPRE IL GUADAGNO

SONO SEMPRE LE SOLITE LOBBY.

 
 
 
 

 


La regola di cui parliamo è il Secondo Emendamento della Costituzione americana, ratificato nel 1791. Recita così: «Essendo necessaria alla sicurezza di uno Stato libero una milizia ben regolata, il diritto del popolo a possedere e portare armi non dovrà essere infranto». Ci sono dispute accademiche anche sulla posizione delle virgole in queste frasi, ma il senso e l’origine dell’emendamento sono chiari. La rivoluzione contro gli inglesi era stata vinta grazie alle milizie, che non volevano essere smembrate. Inoltre la giovane democrazia americana temeva che Londra tentasse la rivincita, e voleva conservare la possibilità di riarmare in fretta i propri cittadini per difendersi. Col tempo, poi, a questi timori per l’indipendenza si era aggiunta la preoccupazione per l’assenza della legge in molte regioni sperdute degli Usa, e quindi il senso dell’emendamento era stato allargato per giustificare il diritto dei cittadini all’autodifesa. Nulla di tutto questo ha più senso. La regina Elisabetta non pianifica la conquista di Washington, e se lo facesse verrebbe annichilita dal più potente esercito del mondo. Quanto alla legge, in alcune zone del Paese scarseggia ancora, ma ci sono l’Fbi, varie agenzie federali, e i dipartimenti di polizia locali per difenderla.

Eppure proprio il Federal Bureau of Investigation stima che i privati cittadini americani possiedono tra 240 e 270 milioni di armi: se ci si aggiungono quelle custodite negli arsenali delle forze armate e dell’ordine, il totale tocca almeno una bocca da fuoco a persona. Perché? La spiegazione culturale alta è che gli americani amano il fucile, in quanto considerano il suo possesso come un segno di libertà. Quella più prosaica è che il business delle armi, valutato in circa 4 miliardi di dollari all’anno, sfrutta questa mentalità e il Secondo Emendamento per prosperare.

Da quando nel 1865 venne ucciso il presidente Lincoln, fino alle stragi di Columbine e Virginia Tech, sono stati fatti diversi tentativi per regolamentare la materia. Il più serio forse nacque dal tentato assassinio di un altro capo della Casa Bianca repubblicano, Reagan, che lasciò paralizzato il portavoce James Brady. Proprio Brady si alleò col democratico Clinton per passare nel 1993 una legge che aumentava i controlli su chi comprava armi. Da allora in poi, però, invece di progredire si è indietreggiato. Il sindaco di New York Bloomberg ha scandalizzato il Gop con cui si era presentato, imponendo regole per scoraggiare l’acquisto di armi, e ieri ha sferzato tanto Obama, quanto Romney, chiedendo di chiarire cosa intendono fare per frenare il commercio. I due candidati però tacciono, per non perdere voti, e l’ultima parola l’ha pronunciata la Corte Suprema con i casi «District of Columbia versus Heller» del 2008, e «McDonald versus Chicago» del 2010, confermando e rafforzando il Secondo emandamento. Heller era un poliziotto che voleva il diritto di portarsi la pistola a casa, e il massimo tribunale gli ha dato ragione.

La Nra sostiene che le leggi in vigore basterebbero ad evitare i crimini, se fossero applicate, ma la realtà dimostra il contrario. Ad esempio lo squilibrato che sparò alla deputata Gabrielle Giffords aveva acquistato le munizioni al supermercato Wal-Mart, mentre il Government Accountability Office ha documentato che negli ultimi sei anni 1.119 persone inserite nelle liste anti terrorismo hanno potuto comprare legalmente armi ed esplosivi.

Dopo il massacro nel liceo Columbine, proprio a Denver nel 1999, sembrava che la maggioranza degli americani si fosse convinta almeno a stabilire regole più severe, ma ora la tendenza si sta invertendo. La Gallup stima che i favorevoli a nuove strette sono scesi sotto il 50%, mentre l’anno scorso ha fatto segnare il record di 11 milioni di armi acquistate. A questi numeri si aggiungono poi i mitra del narcotraffico, che penetrano dal Messico, forniti in alcuni casi proprio dal governo Usa, come ha dimostrato lo scandalo «Fast and Furious». Secondo i dati provvisori disponibili, le vendite stanno aumentando anche nel 2012, perché la gente teme che se Obama verrà confermato, imporrà finalmente dei paletti veri. Magari la folle strage di Batman tornerà a convincere gli americani che avrebbe ragione a farlo.
 
(Fonte: Lastampa.it)

2 commenti:

  1. Nell'ultimo mese in Italia, uno dei paesi ove possedere un'arma da fuoco (legale) è difficilissimo, ci sono stati tantissimi casi di uccisioni con coltelli, bastonate ed anche bruciate con benzina!
    Proibiamo tutto?
    Non sarebbe meglio liberalizzare anche da noi le armi da fuoco e magari molte vittime di femminicidio potrebbero difendersi e salvarsi?

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  2. Se liberalizzassimo anche qua l'uso delle armi anticipiamo una guerra...Io, come penso altre persone, sono contro ogni tipo di violenza e queste uccisioni sono frutto di menti malate ove però a livello di base niente viene fatto nella società, nella famiglia, nell'insegnamento e nella educazione.
    Purtoppo siamo arrivati ad un livello tale di violenza che qualsiasi cosa si faccia scaturisce in tragedia (e alla peggio, purtroppo, sempre donne) e di certo non è ammazzarsi uno con l'altro che risolviamo il problema, ma anzi lo fomenteremo ancora di piu'.

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