giovedì 26 settembre 2013

MEDICI CONTRARI ALL'ABORTO...


SPERIAMO CHE LA PERCENTUALE DI GINECOLOGI CHE SONO CONTRARI ALL’ABORTO E CHE SI RIFIUTANO DI PRATICARLO, POSSA SEMPRE AUMENTARE…ABBIAMO BISOGNO DI PERSONE CHE AMINO LA VITA




Il 67% dei ginecologi non pratica l’interruzione volontaria di gravidanza: si oppone anche il 40% degli anestesisti.
In quasi tutti gli ospedali sono più numerosi i medici che rifiutano l’intervento di quelli disposti a eseguirlo
Sei ginecologi su dieci, in Piemonte, sono contrari all’aborto e rifiutano di praticarlo. Quasi la metà degli anestesisti nelle strutture pubbliche, inoltre, non garantisce il rispetto della legge 194. «Un dato preoccupante, e soprattutto in crescita», denuncia Eleonora Artesio, consigliera della Federazione della Sinistra ed ex assessore regionale alla Sanità. «Al momento - dichiara - non sembra che questo incida sulle liste di attesa al punto da superare i limiti temporali imposti dalla 194, ma la situazione non induce certo a stare sereni». 
Non siamo forse ancora al ritorno degli aborti clandestini, ma i dati raccolti dalla Artesio fanno riflettere, perché in alcune strutture - come quelle dell’Asl To1 - il numero complessivo di ginecologi obiettori (11) è nettamente superiore a quelli disponibili a praticare l’aborto (2). Numeri che, di fatto, rendono molto più probabile il trovarsi di fronte a un ginecologo non disposto ad assistere una donna in un momento fisicamente e psicologicamente comunque sconvolgente della propria vita. 
La situazione è identica un po’ ovunque, con tre casi clamorosi, stando ai numeri del 2012: all’Asl di Novara è disponibile un solo medico non contrario a praticare l’aborto, due all’ospedale di Alessandria, tre in quello di Cuneo. Al Sant’Anna i ginecologi obiettori sono 55 contro i 35 «attivi», mentre al Mauriziano - caso più unico che raro - gli obiettori sono invece la metà dei non obiettori. 
È polemica. «La Regione - dice il presidente del gruppo regionale della Lega Nord, Mario Carossa - ha garantito e sempre garantirà un accesso alla sanità a chiunque, nella più totale libertà. Tutti hanno il diritto di essere curati e seguiti nel migliore dei modi, per cui vaneggiare di aborti clandestini come fa il capogruppo Artesio appare fuori luogo e del tutto irreale». La consigliera della Federazione della Sinistra ribatte parola per parola: «I numeri parlano chiaro, com’è chiaro il silenzio della giunta Cota, che naturalmente non ha avviato né una discussione sul tema, nonostante le richieste delle opposizioni, né attuato una politica di rafforzamento dei Consultori». Al contrario, «Cota ha sempre sostenuto i Movimenti per la vita». 
Nel 2012 sono state 8.856 le interruzioni volontarie di gravidanza nella nostra regione. Polemiche a parte, parlano i numeri, e i numeri dicono che sommando tutte le Asl e le Aziende ospedaliere del Piemonte il totale dei ginecologi obiettori è di 273 medici contro i 131 dei non obiettori. «Con i pochi che non si rifiutano di applicare la 194 - fa notare sempre la Artesio -, che finiscono per occuparsi di aborti per tutta la vita, a scapito della propria professionalità e della carriera». 
Dal 2011 al 2012 è cresciuto sia il numero dei ginecologi obiettori sia quello degli anestesisti. Siamo - è vero - al di sotto della media nazionale, ma il dato non consola. 
 Anche sulla questione della procreazione medicalmente assistita la Artesio contesta la Regione: «Nel 2009 una delibera della giunta Bresso aveva disposto la creazione di due nuovi centri pubblici ad Asti e a Novara, in un quadro in cui i servizi in Piemonte sono quasi esclusivamente in mano ai privati, con costi spesso proibitivi per la famiglia». Ma a distanza di quattro anni, «quei due centri non sono mai nati per mancanza di personale, e all’unico istituto accreditato è stato tagliato il budget, tanto che ormai opera solo più in regime privatistico».

(Fonte: Lastampa.it)

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