SI CONTINUA INSISTENTEMENTE A COSTRUIRE ARMI PER UCCIDERE, AL POSTO DI PENSARE COME AIUTARE TANTISSIME PERSONE IN MISERIA E POVERTA'...
L’AK-12 (la sigla sta per Avtomat Kalashnikova, il mitra di Kalashnikov, e il numero per l’anno di progettazione, 1947 nella versione originale) sarà più ergonomico e potrà sparare in tre modalità: colpo singolo, tre colpi e raffica. Userà i calibri “classici” 5.45 e 7.62 e potrà essere modificato – partendo sempre dal modello base ormai 65enne – in una ventina di versioni. Nei mesi scorsi si era parlato di archiviare per sempre il kalashnikov, anche perché i test del nuovo modello del mitra apparivano non soddisfacenti. Ma a quanto pare – non si sa se per pregi tecnici, lobbismo tra i vari consorzi della potente industria bellica russa o per una nuova campagna di patriottismo bellicoso – a 93 anni Mikhail Kalashnikov torna una star. Dopo aver ribattezzato la fabbrica di Izhevsk dove si producono i kalashnikov (quelli “griffati”, più o meno illegalmente viene fabbricato in una trentina di Paesi, dalla Cina alle botteghe artigiane afghane) “Consorzio Kalashnikov”, oggi Putin a sorpresa si è presentato nell’impianto industriale per ispezionare le nuovi armi. E stasera la tv di Stato russa proietterà il documentario “Kalashnikov”, firmato niente meno che dal vice-premier Dmitry Rogozin, potente responsabile dell’industria bellica che riesuma il suo primo mestiere di giornalista per raccontare, promette, “fatti inediti” della biografia del grande inventore e della sua arma sempre verde” (per chi capisce il russo, stasera alle 20.55 ora italiana sul sito Russia.tv
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