giovedì 3 aprile 2014

VITTIME DI MADRE PAZZA...



COME FA UNA MADRE CHE PER BEN 3 VOLTE HA SOFFERTO E GIOITO PER LA NASCITA DI PREZIOSE CREATURE IMPROVVISAMENTE RIESCE CON CORAGGIO, FREDDEZZA, CRUDELTA' E SPIETATEZZA SPEGNERE LORO I SORRISI E LA VITA?

SONO SOLAMENTE MOMENTI DI DEBOLEZZA CHE SCATURISCONO IN PAZZIA?

CI STANNO FACENDO DEGLI ESPERIMENTI?

CI STANNO DROGANDO CON IL MANGIARE O CON L'ARIA CHE RESPIRIAMO?

SIAMO IMPOSSESSATI DAL DEMONIO?

NON ME LO SO SPIEGARE...



Le ho uccise per evitare loro un futuro di disperazione».  
Così ha raccontato ai carabinieri Edlia Dobrushi, 38 anni, la donna di origine albanese che questa mattina poco prima dell’alba ha ucciso a coltellate le sue tre figlie: Sidni, di 3 anni, Kesi, di 10 e Simona di 13. A dare l’allarme verso le 6,30 sono stati i vicini di casa svegliati dalle grida che provenivano dall’abitazione della famigliola, un piccolo appartamento in un condominio popolare di via Bergamo a Lecco, uno stradone alla periferia della cittadina lariana.   
Terribile la scena che si è presentata davanti ai soccorritori e ai carabinieri: nel piccolo appartamento della tragedia tutto era sporco di sangue. La donna invece aspettava i militari sul pianerottolo,con ferite da arma da taglio alle mani, all’addome e al collo, in evidente stato di choc. 
Le sue tre bambine giacevano ricomposte sul lettone matrimoniale, dove la madre le aveva sistemate dopo averle uccise. È probabile che la figlia più grande, Simona, iscritta in terza media, abbia provato a resisterle. 
Il padre, Bashkim Dobrushi non c’era, partito ieri mattina in auto alla volta di Bari per imbarcarsi stamane su un traghetto diretto a Durazzo. L’uomo è risultato da subito completamente estraneo alla tragedia, di cui è stato avvertito dalla polizia albanese appena messo piede sul suolo patrio.  
La coppia si era separata formalmente lo scorso settembre e a febbraio avevano firmato in tribunale la separazione ufficiale. Ciò nonostante, a detta di amici e colleghi, Bashkim continuava a frequentare le figlie, accompagnandole quando poteva a scuola e a giocare. Operaio metalmeccanico in un’azienda di Olginate, l’uomo viveva in Italia da oltre 15 anni e aveva confidato ai colleghi che si era separato dalla moglie perché lei aveva dato segni di depressione e squilibrio. Nulla però gli aveva fatto sospettare una tragedia del genere. Tanto che aveva preso due settimane di ferie per raggiungere l’anziana madre a Kukes, un paesino albanese ai confini col Kossovo, per spiegarle i motivi della separazione. Negli ultimi mesi Bashkim si era trasferito in casa del fratello a trecento metri dall’abitazione della sua famiglia, provvedendo regolarmente al loro mantenimento.  
La madre adesso è ricoverata in rianimazione perché alcune ferite che si è auto inferta sono giudicate gravi. L’accusa per lei è omicidio plurimo. In seguito verrà sottoposta a perizia psichiatrica.  

(Fonte: Lastampa.it)

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