mercoledì 15 agosto 2012

APPELLO MADRE DISPERATA!!!!


QUESTO E' UN APPELLO PER CERCARE DI FAR RIENTRARE IN ITALIA UN BAMBINO PER POTERLO SALVARE...

CREDIBILE O NO STA' A NOI GIUDICARE...
(in fondo al post ho messo la fonte cui ho letto la notizia)

HO CERCATO DI METTERMI IN CONTATTO SUL PROFILO FB DELLA MADRE SARA PEIRA MA INVANO...

CONDIVIDIAMO L'APPELLO SU FB
E POI OGNUNO DI NOI CERCHERA' UN CONTATTO...


Vi racconto questa storia...

Due italiani, raccimolando una quantità di denaro pari a 50.000,00 Euro, decidono (vista la crisi) di cambiare la propria vita, rilevando una pizzeria sullo stradone centrale di Sharm el Sheik.
Tutto sembrava andare per il verso giusto ed era anche arrivato il momento di aumentare la coppia con un figlio, Samuele nato esattamente il 17 maggio scorso...ma immediatamente la madre si accorgeva che il suo respiro faceva come un fischietto, ma i medici del posto hanno tranquillizzato la madre dicendo che era tutto normale.
Il 26 maggio il piccolo Samuele ha la febbre alta e la madre decide di portarlo a farlo vedere, in una clinica il medico dice che non puo' vederlo, e nell'altra lo ricoverano subito, non mangiava, era diventato cianotico ed iniziano a fare i controlli.
E qui incomincia lo sprofondo. Samuele viene intubato, ma non migliora. Il secondo giorno i medici dicono che è necessario farlo ricoverare al Cairo. Organizzano un’autoambulanza anticipando 2000 euro all’autista, cioè il guadagno medio di un mese con la pizzeria e durante il viaggio di sette ore, con Samuele sedato, le cose peggiorano. All’arrivo stava malissimo, aveva crisi convulsive. Ed è a questo punto, quando gli fanno la Tac al cervello, che vedono la mancanza di ossigeno.
I problemi di Samuele hanno nomi clinici che fanno paura: fibrosi polmonare e encefalopatia ipossico ischemica i referti arrivano dal reparto infantile del centro Dar El Fuad del Cairo, la cinica più moderna, attrezzata e cara della zona.
Da quasi tre mesi Samuele è ricoverato. Spesso è tenuto nell’incubatrice in coma farmacologico. Respira grazie a un ventilatore. Sua madre l’ha potuto prendere in braccio soltanto pochi minuti. Suo padre continua a lavorare a Sharm per cercare di ammonticchiare un po’ di denaro. Ma ormai il loro sogno è finito. Hanno ricevuto aiuto dalle proprie famiglie, hanno speso tutti i risparmi, E qui, ogni giorno, prima di salire in reparto, bisogna passare negli uffici amministrativi.
E così stavano optando per organizzare il viaggio di ritorno. Ma prima è necessario fare una tracheotomia per «mettere in sicurezza» il respiro di Samuele, chiedendo ancora altri 65 mila pound, circa 10 mila euro, ma i genitori di Samuele non li hanno. (Hanno chiesto aiuto al ministero degli Esteri, all’ambasciata, a chiunque e non sò con quali risposte).
Samuele deve essere curato in un ospedale italiano

Potete leggere la notizia su
http://www2.lastampa.it/2012/08/14/cronaca/il-mio-bambino-morira-se-non-lo-portiamo-in-italia-7DX6peeva0GrJ3QNXh8nVK/index.html

mentre sul profilo di Sara Peira su Facebook si può leggere altre condivisioni del caso

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