lunedì 20 agosto 2012

IN FUGA PER LA SPERANZA...



QUALSIASI PERSONA , DEV'ESSERE AIUTATA NEL PROPRIO PAESE...
RESTITUIAMO LORO UNA VITA SERENA


Centinaia di persone nel mondo sono costrette a fare i conti ogni giorno con guerra e fame, i due mali da cui uomini, donne e bambini cercano di fuggire quotidianamente. In Afghanistan si sceglie la strada della clandestinità in alternativa a una vita fatta di bombardamenti e attentati. In Sudan i campi profughi sono l’unico rifugio lontano dai conflitti. Nei territori del Sahel emigrare nelle nazioni limitrofe è l’unico modo per sopperire alla mancanza di acqua e cibo mentre in Grecia l’alternativa alla crisi economica è ricominciare una nuova vita in un qualsiasi Stato d’Europa. Cosa accomuna queste storie? I protagonisti: bambini in fuga dalla propria terra.
Senza famiglia e senza neanche un amico, per centinaia di piccoli, spesso orfani, l’unica alternativa possibile ad una vita fatta di rischi e di privazione di diritti è la possibilità di varcare il confine della propria terra. Cercano rifugio altrove, molti nel mondo dorato del vicinissimo Occidente, ma spesso non ce la fanno neanche ad arrivare. Muoiono per asfissia nei rimorchi dei TIR su cui viaggiano clandestinamente (http://www.youtube.com/watch?v=B_ZsjD6EZJQ), annegano a pochi kilometri dalle coste nel Mar Mediterraneo a bordo di motoscafi sovraffollati o perdono la vita nei campi profughi dove volontari e medici non fanno in tempo a curarli. Per chi invece ha la “fortuna” di varcare il confine tanto ambito la vita che si prospetta non è però delle più felici. Che futuro può avere un bambino senza nome, senza identità e senza una famiglia anche nel più ricco dei paesi?
Quel che è più grave è che l’ingresso in un nuovo paese per i bambini profughi è soltanto l’inizio di un’altra Odissea. Da ovunque provengano, Asia o Africa, Europa, Oceania o America, per bambini in fuga già stremati da guerra e fame, Patrasso, Roma e Calais, i 3 maggiori punti di snodo verso il resto d’Europa, sono l’unico punto d’arrivo e anche quello di non ritorno. Qui rimarranno per sempre perché, senza documenti, inizia per loro una vita nell’ombra. Costretti a nascondersi e a vivere di stenti, spesso diventano vittime della criminalità, di violenze e di abusi.
Quel che però ai bambini in fuga non sarà mai restituito è la possibilità di una vita serena nella loro nazione d’origine dove in alternativa potrebbero continuare a vivere se accolti in case famiglia e se sostenuti a traverso l’adozione a distanza, un ulteriore modo per ridurre il fenomeno dei bambini profughi nel mondo e per garantire alle piccole vittime di guerra e fame la protezione e le cure a cui hanno diritto.

(Fonte: http://www.adozione-a-distanza.info/guerra-e-fame-per-bambini-del-mondo)

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