martedì 28 agosto 2012

NON ABBANDONIAMOLI...





Una scelta dolorosa, forse la più penosa per una donna. Partorire un figlio e abbandonarlo, lasciarlo in ospedale perché non si hanno i mezzi per sostenerlo oppure si è subita una violenza o per pura ignoranza.

A volte accade che si presentino altre circostanze che spingono una donna ad abbandonare il suo bambino. A Roma, una donna alla trentaduesima settimana di gravidanza ha scoperto che il figlio che portava in grembo sarebbe nato affetto da nanismo. Così ha deciso di sottoporsi a un parto programmato alla trentottesima settimana, lo ha fatto nascere, non lo ha nemmeno guardato e se ne è andata.

Troppo spesso neonati vengono abbandonati da madri sole, giovani, disperate o fondamentalmente irresponsabili, spesso questi bambini non riescono a sopravvivere ed attaccarsi alla vita.

Ma non dovrebbe, una madre, amare il figlio ancora prima che egli nasca?

Nel caso in cui si tratti di ragazze disagiate, l’abbandono consiste spesso in una vera e propria dimostrazione d’amore, dal momento che vi è la consapevolezza di non poter dare al bambino un futuro certo. Ma situazioni come quella appena descritta fanno riflettere. L’abbandono è davvero la strada più difficile per rinunciare al proprio figlio, sembra impensabile che una madre possa rinunciare alla vita portata in grembo per nove mesi. Purtroppo spesso si verificano delle situazioni che offuscano sensibilmente la capacità di discernimento. Cosa passa per la testa di una donna che scopre di portare in grembo un bimbo affetto da una grave malattia? Chi può giudicare la decisione di questa donna di crescerlo o meno? L’istinto materno spesso non basta.

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